Torino, gli arabi contro l'Imam
Ha condannato i pusher. La comunità: ci ha tradito Boutcha aveva preso le distanze dai "delinquenti". E a Brescia 5000 immigrati in corteo per i permessi di soggiorno
di PAOLO GRISERI - TORINO -
da "La Repubblica" del 4 giugno 2000

Magrebini in corteo contro l'Imam, accusato di "tradimento" per aver preso le distanze "dai delinquenti che vivono di spaccio e furto". A Porta Palazzo, il quartiere della città più densamente abitato dagli immigrati, la comunità islamica si è divisa dopo le tensioni di martedì notte, quando, durante una perquisizione, un marocchino di 32 anni, Abdelkarim El Faidi, è caduto dal balcone di casa. Caduto accidentalmente, secondo la versione dei carabinieri, spinto durante la lotta con gli agenti, secondo le centinaia di magrebini che si sono immediatamente radunati per protestare su luogo dell'incidente. Una protesta carica di rabbia che è proseguita per tutta la notte e che non si è stemperata anche quando i medici hanno dichiarato El Faidi fuori pericolo. Ma fin da subito le reazioni della comunità degli immigrati sono state contrastanti. L' Imam della moschea di Porta Palazzo, Bouriq Boutcha, ha protestato contro "i ritardi nei soccorsi al ragazzo marocchino" prendendo però le distanze "da chi vive spacciando droga e commettendo furti". Durante la perquisizione infatti i carabinieri hanno sequestrato alcune dosi di cocaina. "La situazione in questo quartiere sta diventando invivibile", ha denunciato l'Imam, "a causa di un gruppo di delinquenti che disonorano i molti immigrati onesti". Venerdì a mezzogiorno, durante la preghiera rituale, Boutcha ha ripetuto la sua denuncia, rifiutando anche l'appoggio alla manifestazione di protesta contro la polizia organizzata per ieri pomeriggio da gruppi di magrebini e alcuni centri sociali. Una scelta inattesa, visto che l'Imam aveva promosso più volte cortei e iniziative pubbliche. La più clamorosa, nell'autunno scorso, era stata la marcia per difendere il diritto delle donne islamiche a ricoprirsi il capo con il velo sulle fototessera. Il mancato appoggio della moschea al corteo di ieri pomergio ha fatto salire la tensione nella comunità. Un gruppo di manifestanti si è presentato con uno striscione provocatorio: "Boutcha traditore". Si è sfiorata la rissa perché immediatamente i seguaci dell' Imam si sono riuniti in moschea con l'intenzione di strappare lo striscione. Lo stesso Boutcha è dovuto intervenire per calmare gli animi: "Conosco chi mi dà del traditore e lo denuncerò lunedì alla magistratura". Nelle stesse ore, a Brescia, cinquemila immigrati hanno dato vita a una protesta pacifica per chiedere il rilascio dei permessi di soggiorno. A garantire il servizio d'ordine il gruppo di pakistani che da alcune settimane sta facendo lo sciopero della fame chiedendo di legalizzare la presenza sul territorio. La situazione nella provincia si è fatta insostenibile per molti stranieri che si sono visti rifiutare il permesso per aver presentato documenti giudicati "irregolari" dalla questura. Il corteo, cui hanno aderito anche centri sociali, Rifondazione e Cobas, è solo la più clamorosa delle iniziative prese in queste settimane. Venerdì gli immigrati anno incontrato il vescovo di Brescia, monsignor Luigi Sanguinetti, e mercoledì prossimo hanno in programma una riunoine a Roma con il ministro dell'interno Enzo Bianco. I sindacati confederali proporranno al governo di risolvere il problema concedendo agli immigrati bresciani un permesso di soggiorno della durata di un anno. In quell'arco di tempo chi lavora dovrà essere in grado di dimostrarlo.