I nuovi veronesi
Mostra fotografica di Caroline Groszer


Maurice Othieno
Kenya 1974
impiegato in una cooperativa sociale

Maurice è venuto in Italia nel 1986 grazie alla Caritas, per un’operazione alla schiena; perse così ogni contatto con la sua famiglia, che non l’aveva mai veramente accettato proprio a causa della sua malformazione, credendolo mandato da Satana. Costretto alla sedia a rotelle per l’insuccesso dei medici, è tornato di nuovo in Italia per farsi curare con un intervento di trapianto al midollo osseo e si è fermato qui, non avendo più nessuno in Kenya. Da quando ha 17 anni vive in varie case-famiglia, prima a Roma e dal ’93 a Verona

 

Dove vorrebbe vivere? A Roma, la mia prima città italiana, per l’apertura mentale e la spontaneità della gente
Chi o cosa avrebbe voluto essere? Il mio sogno era fare il programmatore di computer
Quali caratteristiche apprezza di più in un uomo? Sincerità, rispetto e che accetti una persona per ciò che è e non per ciò che rappresenta
Quali caratteristiche apprezza di più in una donna? Spontaneità, rispetto e che in un rapporto mantenga la propria indipendenza
Il suo colore preferito? Nero
Che cos’è, per lei, la più grande disgrazia? Vivere la vita senza un perché; io ho sempre tentato di capire perché vivo, ma finora non lo so
Che cosa fa più volentieri? Essere utile a qualcuno, magari ascoltando e dando qualche consiglio, ovviamente sempre nel limite delle mie possibilità
Chi o cosa odia di più? Odio la falsità e l’ipocrisia nei miei confronti
Per quali ideali vale la pena di impegnarsi? Qualsiasi ideale che combatta l’ingiustizia nelle società e protegga i più deboli
Che cos’è, per lei, l’amore? Un abbandono totale nelle mani dell’altro, quando due persone diventano una cosa sola; non esiste niente di più forte
Chi ammira di più per quello che è riuscito a fare nella vita? Tutto sommato me stesso, perché sono riuscito a superare tutte le difficoltà della mia vita così difficile e l’ho fatto sempre da solo
Che cosa apprezza di più nei suoi amici? Sono importanti la spontaneità, la fiducia e la sincerità; mi rammarico solo che tutti i miei amici sono bianchi, non ho trovato finora un amico africano, questo mi dispiace perché mi sentirei più accettato e penso che in tante cose mi capirebbe meglio di un bianco
Il suo più grande difetto? Sono permaloso e pessimista
Il suo più grande pregio? Non voglio farmi complimenti da solo, ma penso di riuscire a dialogare bene con chiunque
Il suo sogno di felicità? Come tutti sogno di avere una mia famiglia
Qual è l’esperienza più importante che ha fatto in Italia? A 12 anni sono stato portato a Roma per un intervento alla schiena, malformata dalla nascita. Dopo tre anni di ricovero sono uscito sulle stampelle con un ferro inserito e sono tornato in Kenya, dove a distanza di pochi mesi questo ferro si è sganciato toccando i nervi vertebrali e facendomi finire sulla sedia a rotelle. Il medico che mi ha curato al ritorno in Italia ha parlato di una valutazione errata iniziale: il ferro non andava messo, sarebbe stato meglio aver subito pensato al trapianto di midollo osseo. Ma ormai era troppo tardi
Il dono di natura che vorrebbe possedere? Sono contento di quello che ho
Dove pensa di trovarsi fra dieci anni? In un posto dove sarò felice
Come vorrebbe morire? Ho sofferto tanto per gli interventi subiti e quindi vorrei morire senza dolore fisico, che non ha un perché e per questo è così difficile da accettare. In più non vorrei essere mantenuto in vita artificialmente, preferirei l’eutanasia e una morte veloce
Il suo stato d’animo? Pessimista perché non sto vivendo un momento facile
Il suo motto? Peggio di così non può andare, non mi fa paura la vita ma soffrire di nuovo fisicamente


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