Nell’anno scolastico 1997/98 gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della provincia di Verona dalle materne alle superiori sia pubbliche che private sono stati in totale 2.211, rispetto all’anno precedente c’è stato un aumento di ben 562 unità. Nell’anno 1993/94 erano appena 877.

Possiamo dire che ogni cento alunni due sono stranieri.

E’ interessante scoprire da quali paesi provengano. Innanzitutto il 91% proviene da paesi in via di sviluppo e dall’Europa dell’Est, in particolare il 34% è figlio di genitori che sono emigrati da uno dei paesi dell’ex blocco comunista soprattutto dalla ex Jugoslavia, dall’Albania e dalla Polonia.

C’è poi un 23% di bambini maghrebini in gran parte provenienti dal Marocco, un 11% da Ghana e Nigeria e un 7,5% dall’America latina. Sono in aumento anche i bambini dello Sri Lanka (5%) e cinesi (2,8%).

Per quanto riguarda la ripartizione per tipo di scuola vediamo come la scuola elementare assorba il 43% degli alunni stranieri dalle materne alle superiori comprese le scuole private. La tendenza è però ad un progressivo riequilibrio rispetto soprattutto alla scuola media.

La materna si attesta sul 24%. Leggermente inferiore è la composizione percentuale per le medie inferiori, sul 20%, mentre decisamente bassa è la percentuale delle superiori 10%.

I comuni maggiormente interessati al fenomeno degli alunni stranieri nelle scuole sono Peschiera e Bardolino sul lago di Garda, Villafranca, Sommacampagna, Bussolengo, Sant’Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Caprino Veronese, Monteforte d’Alpone, San Giovanni Lupatoto, Minerbe, Zevio e Grezzana.

La scuola è il vero laboratorio della futura società multietnica.

L’inserimento di minori stranieri nelle nostre scuole pone dei problemi, ma è anche occasione di crescita culturale.

• Le maggiori difficoltà si hanno con bambini inseriti a scuola nel corso dell’anno, che spesso non hanno quasi nessuna competenza linguistica. La scuola deve, in questo caso, intervenire per favorire l’apprendimento della lingua tenendo però conto della cultura di provenienza del bambino e dei sistemi d’insegnamento della lingua d’origine che deve essere comunque mantenuta viva.

• Il problema della lingua spesso comporta inserimenti ritardati rispetto all’età, non tenendo conto delle effettive competenze disciplinari (bambini di otto anni che, ad esempio, vengono iscritti in prima elementare)

• La presenza di minori stranieri è occasione di crescita culturale e stimola il ripensamento della didattica tenendo conto dell’importanza e della pari dignità delle altre culture in un’ottica che superi l’etnocentrismo.

• L’aumento delle nascite di bambini stranieri in Italia è il segnale di un processo immigratorio che si sta stabilizzando in una prospettiva di medio e lungo periodo, per cui la presenza di interi nuclei familiari con dei figli significa che l’immigrato investe il suo futuro nel paese di accoglienza.

• Il bambino rappresenta l’anello di congiunzione fra la cultura tradizionale di origine rappresentata dal padre e la nuova cultura, con cui si rapporta quotidianamente.

ISTRUZIONE

Alunni stranieri nelle scuole materne, elementari, medie, superiori private e pubbliche di Verona (dato Provinciale). Anno scolastico 1997/1998