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il manifesto
16 Settembre 2006
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Luca Celada
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Napoli, l'utopia dei migranti
Ilaria Urbani
Napoli
 
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VISIONI pagina 15

taglio basso

Napoli, l'utopia dei migranti
Una città multiculturale. «Bianco e Nero alla Ferrovia» di Antonio Capuano, al premio Napoli
Ilaria Urbani
Napoli
«I cinesi fann scioper 'o veramente. Tutt' chius, tutt' quant». La partecipazione attiva della comunità cinese alla manifestazione di qualche mese fa contro la violenza, subìta per mano della camorra, stupisce un commerciante di piazza Garibaldi a Napoli. A pochi passi da lì un ragazzo marocchino chiarisce il concetto di legalità a un ambulante partenopeo che raccatta libri per rivenderli a pochi centesimi. Bambini senegalesi, filippini e polacchi condividono spazi comuni. Frammenti di una città ridisegnata dalla nuova mescolanza tra popoli documentati in Bianco e Nero alla Ferrovia di Antonio Capuano che stasera verrà proiettato in piazza Dante, alle ore 20, nell'ambito del Premio Napoli. Il premio letterario dell'omonima fondazione, giunto alla 52esima edizione, già l'anno scorso ha posto al centro il tema dell' amicizia, inteso come confronto tra i popoli che vivono il mediterraneo e non solo. Come nel 2005, si ripeterà anche stasera l'evento curato dai panificatori aderanti all'Assipan durante il quale «i nuovi napoletani» si scambieranno i lieviti dell'amicizia realizzati con le diverse ricette delle comunità. La serata prenderà il via alle ore 18 con un dibattito - profezia sulla Napoli del 2036 poi la musica della Contrabbanda di Luciano Russo da piazza Trieste e Trento attraverserà via Toledo fino a piazza Dante dove lascerà il testimone a Daniele Sepe und rote jazz fraktion che suonerà con l'ensemble del musicista tunisino Marzuk Mejiri e il duo argentino Roman Gerardo Gomez e Roberto Argentino La Goa.
«L'integrazione a Napoli è in buono stato - spiega il regista Antonio Capuano - ma sta avvenendo in maniera caotica, ha ancora molta strada da fare. Lo zoccolo duro della cosiddetta napoletanità ostacola spesso la multietnicità che si trova a lottare contro una scorza dura d'identità. I migranti rappresentano l'unica forza viva della città. La colpa non è soltanto delle amministrazioni, ma di tutti noi napoletani, i governanti sono parte di noi». Capuano ha girato 35 ore seguendo per venti giorni i ritmi della piazza che guarda la Ferrovia con i suoi «Vito e gli altri», i «Mario» e gli incontri/ scontri con le nuove cittadinanze all'ombra del Vesuvio. Il regista di Luna Rossa ne ha tratto un'ora e dieci di montato il cui dvd sarà presto edito dalla Fandango.
Il Premio Napoli quest'anno ha anche stilato un decalogo dell'amicizia sottoscritto da autorità locali, scrittori, intellettuali, attori, musicisti e accademici. Dieci principi per la creazione di una consulta permanente sui problemi dell'emigrazione che «non sono soltanto un generico punto di vista condiviso da alcune persone di buona volontà - scrive la Fondazione Premio Napoli - ma una vera e propria carta di intenti che ha l'ambizione di incidere su quanti saranno chiamati a decidere in maniera definitiva, sia a livello locale che a livello nazionale, le politiche dell'emigrazione».
Allo studio della Ferrovia il Premio Napoli ha affiancato l'attività dei comitati di lettura nelle carceri che va avanti dal 2003. I finalisti del Premio ieri hanno incontrato i detenuti di Secondigliano e per la prima volta anche quelli di Poggioreale. Gli scrittori Uwe Timm e Péter Esterhàzy con i poeti Felice Piemontese e Elio Pagliarani hanno fatto visita al penitenziario di Secondigliano, mentre la terna di narrativa italiana formata da Claudio Piersanti, dai napoletani Antonella Moscati e Bruno Arpaja insieme con il poeta Franco Marcoaldi a quello di Poggioreale.
I gruppi di lettura, 72 tra detenuti ed educatori, hanno fatto parte della giuria tecnica. Premio speciale della giuria tecnica al linguista Tullio De Mauro, che giovedì ha tenuto una lectio magistralis a palazzo Donn'Anna e alla giornalista egiziana, Samia Nkrumah, il Premio Napoli Parlamento Europeo.

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