Demografia e xenofobia
Il demone delle origini. Demografia e estrema destra


Hervé Le Bras * Feltrinelli, Milano, 2001, euro 25.82

Francesco Ciafaloni
Il rapporto tra demografia e nazionalismo non è nuovo. Era quasi ovvio, nella prima metà del secolo scorso, stretto tra Spagne invertebrate e tramonti dell'occidente, declini demografici e milioni di baionette, difese della razza e soluzioni finali. Torna ad essere importante nell'Europa dei migranti, al bivio tra l'Unione democratica, libera, aperta e commerciale e l'Europa fortezza. Spunta, implicito, forse inconsapevole, dato per scontato, quando si parla di prospettive di natalità, dell'andamento della popolazione, di forze di lavoro, di rapporti tra popolazione attiva e popolazione totale.
Di chi parliamo quando facciamo le previsioni della popolazione nei prossimi 10, o 20 o 50 anni? Dove lo mettiamo il mezzo milione di cittadini italiani che hanno cancellato la propria residenza negli ultimi 10 anni? E i 520.000 circa che sono tornati? E il milione e mezzo di stranieri residenti, in gran parte attivi?
Il libro di Le Bras è una interessante, tecnica, polemica, puntigliosa risposta a queste ed altre domande, nel caso della Francia.
In effetti le proiezioni vengono fatte come se le popolazioni fossero insiemi chiusi, come se non ci fossero matrimoni tra cittadini e non cittadini, come se non ci fossero stati e non ci fossero milioni di migranti, in entrata e in uscita. Molti lavoratori entrano sul mercato del lavoro belli e fatti, a vent'anni, da fuori. Alcuni disoccupati ne escono a vent'anni, talora per sempre.
Se uno non è proprio interessato alla demografia e alle sue sorprese, ma cerca solo altre critiche a razzisti e xenofobi, fa bene a non leggere Le Bras, che è proprio un competente e puntiglioso demografo.
Se invece uno vuole capire un po' meglio cosa vogliono dire, su quali assunzioni implicite sono calcolate le cifre che legge sugli andamenti futuri della popolazione italiana (come di quella francese, di cui parla l'autore) può anche divertirsi. È chiaro infatti che chi si aspetta di vedere spopolata la valle dell'Arno perché le donne toscane fanno 0,9 figli per una, cioè abbastanza meno della metà del tasso di riproduzione semplice, avrà delle sorprese.
La demografia però ha dei limiti, anche se aperta: un opuscolo dell'Onu calcola che per mantenere al livello attuale il rapporto tra popolazione attiva e popolazione residente nella Corea del sud, che ha avuto una transizione demografica molto più violenta della nostra, ci vorrebbero 5 miliardi di immigrati. E, no; neppure la fabbrica degli immigrati può arrivare a tanto.