20 Ottobre 2001
 
 
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Prostitute per legge
In Germania una nuova normativa riconosce i diritti delle lucciole
CINZIA GUBBINI

Potranno firmare regolari contratti di lavoro, versare i contributi, maturare pensioni, accedere a tutte le garanzie previste per i lavoratori, comprese le assicurazioni per malattia e disoccupazione. In Germania da ieri la prostituzione è un lavoro legale, e il termine "immorale" riferito all'attività delle prestazioni sessuali scomparirà dal codice legale tedesco.
Una vittoria per i gruppi di prostitute che negli ultimi dieci anni in Germania hanno portato avanti una battaglia per equiparre la prostituzione a una qualsiasi attività lavorativa. "E' un passo nella giusta direzione - ha commentato Andrea Petsch dell'associazione Hydra - anche se ci vorrà molto tempo perché cambi la mentalità delle persone".
La legge approvata, che diverrà operativa dal 1 gennaio 2001 (in questo caso, infatti, non occorre l'approvazione della camera alta del parlamento tedesco, il Bundesrat), è frutto di un provvedimento governativo. Da tempo i rosso-verdi avevano annunciato di voler fare qualcosa per equiparare la prostituzione a tutti gli altri lavori. Voti favorevoli sono arrivati, oltre che dalla coalizione di governo - verdi e socialdemocratici - anche dal partito liberale Fdp e dalla maggioranza dei deputati della Pds (ex comunisti). Contrari Cdu e Csu: "L'acquisto di una prestazione sessuale che degrada il corpo a pura merce è moralmente dicutibile", ha dichiarato la deputata Maria Eichhorn, secondo cui la norma rafforza la figura dfei protettoti (scompare il reato di "favoreggiamento della prostituzione") e non migliora la situazione precaria delle "lucciole". Eppure la legge riconosce loro diritti finora negati, nonostante in Germania le prostitute paghino le tasse e operare in zone ben precise (molto noto il Ripperbahan di Amburgo). D'ora in poi, infatti, potranno rifiutarsi di accettare prestazioni non gradite e potranno citare in giudizio i clienti che si rifiutano di pagare. Questi ultimi, inoltre, non potranno trattare sul prezzo per "prestazioni povere".
In Germania le prostitute sono circa 400 mila, e le persone che si rivolgono al mercato della prostituzione sono circa 1 milione e 200 al giorno: "Può essere dichiarato immorale, ma evidentemente c'è una grande richiesta - ha sottolineato il ministro per gli affari sociali Christine Bergmann - è ora di porre fine alla doppia moralità della società tedesca che discrimina le prostitute nonostante paghino le tasse esattamente come gli altri lavoratori". Pur tratttandosi di un provvedimento coraggioso e innovativo, quello tedesco non risponde però a tutte le richieste avanzate dai gruppi di prostitute. "Sarebbe necessario un permesso di lavoro per prostituzione per le lavoratrici immigrate", fa notare Andrea Petsch. In Germania il 50% del mercato (soprattutto al nord) è coperto infatti dalle migranti, che però non potranno avvalersi del proprio lavoro per entrare legalmente in Germania. Eppure nei piani della coalizione rosso-verde erano state ipotizzate delle vere e proprie "quote" per le donne prostitute da inserire nei flussi migratori. Alla fine, invece, è prevalsa la linea "all'olondese", dove la prostituzione è legale ma soltanto per le donne che già vivono regolarmente nel paese.
Anche in Italia il ruolo delle prostitute straniere è tra i primi punti in agenda delle rivendicazioni per i diritti delle "lucciole". "In Italia il mercato è coperto per il 90% dalle migranti - spiega Pia Covere del Comitato per i diritti civili delle prostitute (i documenti possono essere consultati sul sito www.luccioleonline.org) - Riconoscere loro il diritto ad arrivare in Europa con un regolare permesso di lavoro sarebbe l'unico modo per strapparle ai trafficanti. Occorre essere chiari, però. Noi siamo contrarie a una regolamentazione della prostituzione. Le donne devono avere la totale libertà di disporre del proprio corpo, cosa praticamente impossibile in Italia dove la repressione sta diventando intollerabile. Ma la tutela delle migranti è un elemento imprescindibile. Si dovrebbe pensare a una sorta di "doppio binario"".

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