19 Ottobre 2001
 
 
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Il monoteismo va in onda a mezzanotte
Rai Educational ripropone la fortunata serie "Un solo Dio, tre verità. Musulmani, ebrei, cristiani"
IAIA VANTAGGIATO


Saranno ordini di scuderia ma capita spesso ai deputati di Forza Italia di perdere qualsiasi buona occasione per tacere. O, peggio, per esprimere ovvietà sorprendenti. E alle consegne di re Silvio non si è sottratto ieri naturalmente neanche Ferdinando Adornato che - nel corso della conferenza stampa con cui Rai educational ha annunciato la nuova messa in onda di Un solo Dio, tre verità - ha affermato: "Si può fare la pace, si può fare la guerra ma non si può fare il terrorismo". Ora, a parte che l'espressione "fare il terrorismo" lascia un po' interdetti soprattutto se a pronunciarla è il presidente della commissione cultura della camera, viene da chiedersi quando la smetteranno le legioni governative di strumentalizzare qualsiasi occasione per caldeggiare la partecipazione italiana all'intervento militare in Afghanistan. Peccato perché il programma - relizzato lo scorso anno da Gianni Barcelloni, Giorgio Montefoschi e Fiamma Nirestein, in onda da stasera su Raiuno alle 24.30 - offre stimolanti e quanto mai attuali spunti di riflessione. Soprattutto se, fuori da qualsiasi moralistico relativismo o aprioristico giudizio, si decida di sostituire al concetto di scontro la conoscenza tra civiltà.
Articolata in 20 puntate di mezz'ora ciascuna, la trasmissione propone una serie di temi - dalla definizione di Dio alla guerra, dal rapporto tra ricchezza e povertà a quello tra religione e politica, dal matrimonio al sesso - che vengono discussi dal rabbino David Rosen, dal padre domenicano e rettore dell'Ecole biblique di Gerusalmme Claude Geffré e da Abu Shwai, docente di filosofia all'università islamica di Gerusalemme. Realizzate oltre un anno fa, le interviste sono state ora anche raccolte in un libro (Un solo Dio, tre verità, Mondadori, pp. 229, L. . 30.000). Per tutti le stesse domande cui seguono spesso risposte assai simili. Non è il caso della sessualità, della procreazione o dell'aborto - dove, va detto, l'ebraismo anche ortodosso dimostra aperture altrove neppure accennate - ma è, purtroppo, il caso della guerra.
Di tutto questo si sarebbe potuto e dovuto parlare ieri a viale Mazzini tanto più di fronte a una gremitissima platea costituita soprattutto da studenti freschi di studi e poco inclini ad accogliere l'invito di Adornato a "creare valori e forze militari". E a fare difetto, anche in questo caso, non è solo la sintassi: non c'è bisogno di essere studiosi - basta essere studenti - per sentire quanto stridente sia quell'accostamento di termini, quanta prometeica arroganza si nasconda dietro quel "costruiamo i valori" (dove?, in parlamento, a Mediaset, ad Arcore?; chi? Adornato, Storace o Berlusconi?). E con quanta sfrontatezza venga utilizzata un sede pubblica come la Rai per fare propaganda di guerra anziché per informare. Per fortuna, a guardare i volti di ragazze e ragazzi - annoiati, avviliti, se non irritati - si è capito che nessun tentativo di manipolazione è andato a buon fine.

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