08 Settembre 2001
 
 
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La vittoria dei profughi kurdi
Londra, l'Alta corte condanna i centri di detenzione per immigrati
ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA

"Una sentenza storica". John Stewart della Lega contro le deportazioni non ha dubbi. "L'Alta corte - aggiunge - ha finalmente reso giustizia a migliaia di richiedenti asilo politico: essere incarcerati, e non importa se in galere o centri di detenzione, mentre si attende la risposta sull'asilo politico è illegale". Non v'è dubbio che ieri per le associazioni inglesi che da anni si battono contro quella che chiamano la "vergogna" del governo laburista, cioè i centri di detenzione per stranieri, è stata una giornata di festa.
La sentenza dell'Alta Corte è importante per il futuro di migliaia di richiedenti asilo politico, anche se riguarda un centro in particolare, quello di Oakington, nel Cambridgeshire. Il giudice Collins nel considerare il caso presentato da quattro kurdi iracheni che hanno portato in tribunale l'Home Office ha dato loro ragione sostenendo che la detenzione di una settimana nel centro di Oakington è avvenuta in violazione dei loro diritti umani, in particolare del diritto alla sicurezza e alla libertà. La sentenza, sospesa fino al 5 ottobre per consentire l'audizione del ricorso immediatamente presentato dal ministero, riguarda esclusivamente il costoso centro di Oakington, inaugurato tra le polemiche nel marzo scorso. Secondo il ministero la detenzione di una settimana nel centro è necessaria per consentire l'analisi rapida delle richieste di asilo. Gli "ospiti" del centro, hanno sostenuto i legali dell'Home Office, sono persone la cui domanda di asilo può essere esaminata in tempi molto brevi. Si tratterebbe cioè di profughi ritenuti "verosimilmente genuini" dal governo. Le argomentazioni dei legali del ministro David Blunkett però non hanno convinto il giudice Collins che ha decretato che non c'era ragione per imprigionare i quattro profughi kurdi, che non avevano alcuna intenzione di darsi alla macchia. Non solo, ritenendo la detenzione "esclusivamente amministrativa" il magistrato ha anche confermato di ritenere "illegale la detenzione di tutti i profughi rinchiusi a Oakington".
La sentenza, hanno detto i legali dei quattro profughi kurdi (che, arrivati nel 2000, hanno nel frattempo ottenuto lo status di rifugiati politici), è importante perché apre la strada a centinaia di denunce. Il governo, hanno ricordato ancora gli avvocati, potrebbe ritrovarsi a dover pagare risarcimenti per milioni di sterline. Secondo alcune stime, la detenzione di una persona in un centro per dieci giorni potrebbe costare in risarcimento tra le cinque e le diecimila sterline (cioè tra i quindici e i trenta milioni di lire). Nella sentenza viene esplicitato ulteriormente che l'arresto dei quattro profughi è da ritenersi illegale in quanto "non proporzionata" e quindi in violazione della convenzione europea sui diritti umani.
La risposta del ministero degli interni alla sentenza è stata a dir poco glaciale. "Il ministro Blunkett - ha detto una portavoce dell'Home Office -è estremamente preoccupato per le implicazioni che questa sentenza potrà avere su una operazione dura ma giusta di controllo sull'immigrazione in questo paese. Naturalmente, in attesa dell'esito del ricorso presentato da questo ministero - ha aggiunto - continueremo a far funzionare Oakington come ha sempre funzionato". Commenti che hanno scatenato le reazioni delle associazioni umanitarie. Per Nick Hardwick del Refugee council, "la sentenza finalmente pone al centro del dibattito la questione reale: è giusto incarcerare persone che non hanno commesso alcun crimine?". Per la lega contro le deportazioni "è necessario fare in modo che questa sentenza riguardi anche gli altri centri di detenzione".

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