30 Agosto 2001
 
 
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I FATTI
Le colpe di Canberra
JOSEPH HALEVI


Il cargo norvegese Tampa era in navigazione dal porto australiano di Freemantle diretto a Singapore quando ricevette una comunicazione dalla centrale di soccorso marittimo di Camberra su un'imbarcazione di profughi in difficoltà non molto distante da Christmas Island. Come giustamente affermato da un portavoce del ministero degli esteri norvegese, sono state quindi le autorità australiane ad allertare il capitano della nave all'operazione di salvataggio.
Raccolti i 400 profughi, in maggioranza provenienti dall'Afganistan e dallo Sri Lanka, il cargo ha fatto rotta verso le coste indonesiane. A questo punto il capitano ha segnalato che alcuni dei profughi minacciavano di gettarsi in mare se la nave non si fosse diretta verso l'Australia, e cioè verso la costa di Christmas Island, il più vicino territorio australiano. Da questo momento in poi l'aspetto politico e quello umano della vicenda si intrecciano in misura crescente.
Camberra rifiuta alla nave il permesso di entrare nelle acque territoriali sostenendo che il problema deve essere risolto tra l'Indonesia e la Norvegia. Il governo conservatore considera essenziale dimostrare che il paese non deve diventare una facile meta per l'immigrazione illegale. In questo atteggiamento il governo ottiene anche l'appoggio dell'opposizione laburista. Nessuno dei due partiti si preoccupa di analizzare le condizioni che spingono molte persone ad intraprendere un viaggio così pericoloso, stabilendo di fatto una simmetria tra l'essere profugo e violare la legge. Ambedue i partiti hanno in testa gli elettori del partito xenofobo One Nation che si situano in circoscrizioni ove le prossime elezioni politiche, previste per dicembre, si annunciano molto aspre.
Sulla nave ormai ferma fuori dalle acque dell'isola di Natale la situazione continua a deteriorare dato che dei profughi si sentono male. Secondo il capitano gli aiuti medico-sanitari tardano malgrado gli appelli lanciati dal cargo. Il comandante decide quindi di entrare in acque territoriali australiane.
Dal punto di vista legale la responsabilità verso i profughi e i rifugiati cade automaticamente sul paese nel cui territorio questi si trovano, invece il governo di Camberra fa salire sul cargo un gruppo di soldati delle squadre speciali ed un medico. Da quanto riportato dal primo ministro John Howard in parlamento il medico non ha constatato alcun caso di emergenza, tuttavia questa versione è stata accolta con incredulità dal portavoce del ministero degli esteri norvegese, infatti la visita del medico sembra che non sia durata più di un'ora, mentre i rifugiati a bordo sono oltre 400.
Nel frattempo il governo australiano ha cercato di aggirare la questione della responsabilità nei confronti dei profughi situati nel suo territorio o nelle sue acque territoriali proponendo in Parlamento una legge speciale retroattiva alle 9 di mercoledì mattina, la quale avrebbe conferito al governo il potere di sospingere la nave fuori dalle acque territoriali australiane. Questo espediente sembra destinato al fallimento visto che i laburisti hanno deciso di non sostenere la legge speciale e il governo non ha la maggioranza al Senato. La motivazione dei laburisti non è di carattere umanitario, ma esclusivamente pratico: anche una nave o un comandante australiano potrebbe trovarsi in situazioni simili a quelle del Tampa norvegese.
Di fronte all'atteggiamento del governo australiano la Norvegia ha deciso di portare le responsabilità di Camberra di fronte all'Onu ed alla Croce rossa. Sul piano politico solo i Verdi e il partito Australian Democrats hanno espresso forte opposizione alla linea del governo. Da tempo queste due forze politiche, i Verdi in particolare, si battono contro le norme che trasformano in detenuti coloro che richiedono asilo ed arrivano con mezzi di fortuna.

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