I FATTI
Le colpe
di Canberra
JOSEPH HALEVI
Il cargo norvegese Tampa era in navigazione dal porto
australiano di Freemantle diretto a Singapore quando ricevette
una comunicazione dalla centrale di soccorso marittimo di
Camberra su un'imbarcazione di profughi in difficoltà non molto
distante da Christmas Island. Come giustamente affermato da un
portavoce del ministero degli esteri norvegese, sono state quindi
le autorità australiane ad allertare il capitano della nave
all'operazione di salvataggio.
Raccolti i 400 profughi, in maggioranza provenienti
dall'Afganistan e dallo Sri Lanka, il cargo ha fatto rotta verso
le coste indonesiane. A questo punto il capitano ha segnalato che
alcuni dei profughi minacciavano di gettarsi in mare se la nave
non si fosse diretta verso l'Australia, e cioè verso la costa di
Christmas Island, il più vicino territorio australiano. Da questo
momento in poi l'aspetto politico e quello umano della vicenda si
intrecciano in misura crescente.
Camberra rifiuta alla nave il permesso di entrare nelle acque
territoriali sostenendo che il problema deve essere risolto tra
l'Indonesia e la Norvegia. Il governo conservatore considera
essenziale dimostrare che il paese non deve diventare una facile
meta per l'immigrazione illegale. In questo atteggiamento il
governo ottiene anche l'appoggio dell'opposizione laburista.
Nessuno dei due partiti si preoccupa di analizzare le condizioni
che spingono molte persone ad intraprendere un viaggio così
pericoloso, stabilendo di fatto una simmetria tra l'essere
profugo e violare la legge. Ambedue i partiti hanno in testa gli
elettori del partito xenofobo One Nation che si situano in
circoscrizioni ove le prossime elezioni politiche, previste per
dicembre, si annunciano molto aspre.
Sulla nave ormai ferma fuori dalle acque dell'isola di Natale la
situazione continua a deteriorare dato che dei profughi si
sentono male. Secondo il capitano gli aiuti medico-sanitari
tardano malgrado gli appelli lanciati dal cargo. Il comandante
decide quindi di entrare in acque territoriali australiane.
Dal punto di vista legale la responsabilità verso i profughi e i
rifugiati cade automaticamente sul paese nel cui territorio
questi si trovano, invece il governo di Camberra fa salire sul
cargo un gruppo di soldati delle squadre speciali ed un medico.
Da quanto riportato dal primo ministro John Howard in parlamento
il medico non ha constatato alcun caso di emergenza, tuttavia
questa versione è stata accolta con incredulità dal portavoce del
ministero degli esteri norvegese, infatti la visita del medico
sembra che non sia durata più di un'ora, mentre i rifugiati a
bordo sono oltre 400.
Nel frattempo il governo australiano ha cercato di aggirare la
questione della responsabilità nei confronti dei profughi situati
nel suo territorio o nelle sue acque territoriali proponendo in
Parlamento una legge speciale retroattiva alle 9 di mercoledì
mattina, la quale avrebbe conferito al governo il potere di
sospingere la nave fuori dalle acque territoriali australiane.
Questo espediente sembra destinato al fallimento visto che i
laburisti hanno deciso di non sostenere la legge speciale e il
governo non ha la maggioranza al Senato. La motivazione dei
laburisti non è di carattere umanitario, ma esclusivamente
pratico: anche una nave o un comandante australiano potrebbe
trovarsi in situazioni simili a quelle del Tampa norvegese.
Di fronte all'atteggiamento del governo australiano la Norvegia
ha deciso di portare le responsabilità di Camberra di fronte
all'Onu ed alla Croce rossa. Sul piano politico solo i Verdi e il
partito Australian Democrats hanno espresso forte opposizione
alla linea del governo. Da tempo queste due forze politiche, i
Verdi in particolare, si battono contro le norme che trasformano
in detenuti coloro che richiedono asilo ed arrivano con mezzi di
fortuna.
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