Jose Miguel Vivanco, direttore esecutivo della divisione
Americhe di Human Rights Watch, ha detto che la decisione di
liberare Alfredo Astiz, arrivata martedì 14 agosto in tarda
serata, rappresenta una "vittoria dell'impunità". L'ex
capitano di fregata era stato arrestato lo scorso luglio su
richiesta dell'Italia (e della Francia) per la scomparsa di
tre persone italo-argentine. In violazione alla convenzione
bilaterale stipulata tra i due paesi nel 1987 in materia di
estradizione, il ministro degli esteri di Buenos Aires
Adalberto Rodriguez Giavarini ha ufficialmente annunciato che
l'Argentina non avrebbe concesso l'estradizione in base al
principio di "territorialità". Così "l'angelo biondo", che
comandava la scuola meccanica della Marina (Esma),
responsabile di almeno 5.000 degli oltre 30.000 omicidi
perpetrati durante la dittatura militare (1976-1983), e che è
praticamente reo confesso - ha ammesso gli assassinii politici
- rimarrà impunito. Del resto, le speranze di vederlo
processato in Argentina sfumarono già nel 1990, quando
l'allora presidente Carlo Menem garantì l'immunità a tutti gli
ufficiali militari. Il portavoce del ministro degli esteri
francese Francois Rivasseau ha deplorato "vivamente" la
liberazione di Astiz: "Continuiamo a pensare che la
riconciliazione nazionale e l'ancoramento alla democrazia non
giustificano l'impunità".
Taleban, via i diplomatici
ITaleban continuano a negare ai diplomatici occidentali
l'autorizzazione a incontrare i 4 tedeschi, 2 australiani e 2
statunitensi del gruppo umanitario cristiano tedesco Shelter
now international, in carcere dal 5 agosto scorso con l'accusa
di aver tentato di convertire al cristianesimo musulmani
afghani. Dopo aver rifiutato un'estensione dei visti che
scadranno martedì prossimo, hanno invitato i diplomatici a
essere pazienti e ad aspettare gli sviluppi delle indagini a
Islamabad, in Pakistan. Ma i diplomatici insistono, e non se
ne andranno se non quando scadranno i visti. Il ministro
taleban per la promozione della virtù e la prevenzione del
vizio, Mawlavi Mohammad Wali, ha rifiutato il perdono, che
poteva portare all'espulsione, e i volontari rischiano quindi
la pena di morte se processati secondo la Sharia.
I bambini del Congo
Ieri a Kinshasa sono stati arrestati almeno 78 "bambini di
strada", per una protesta al mercato centrale che nemmeno i
lacrimogeni della polizia riuscivano a fermare. Confusi tra la
folla e i banchi del mercato, i bambini protestavano contro
l'uccisione di uno di loro ad opera della polizia. Aveva
rubato qualcosa, per scappare ha rovesciato dell'acqua
bollente contro il poliziotto che lo inseguiva e questi, pur
scottato, gli ha sparato. Centinaia di bambini hanno quindi
attaccato la piccola stazione di polizia del mercato. L'Unicef
sostiene che solo nella capitale, Kinshasa, ci sono almeno 15
mila bambini di strada, vittime della povertà, corruzione,
Aids e guerre.
I bambini dell'Honduras
Quasi ogni giorno, a Tegucigalpa, la capitale, e a nord, a
San Pedro Sula, viene ucciso un bambino. Almeno 66 sono stati
uccisi negli ultimi sei mesi e 843 tra il gennaio 1998 e lo
scorso giugno. La denuncia è di Asma Jahangir, ufficiale
dell'Onu per le esecuzioni extragiudiziali e arbitrarie.
Nonostante il governo affermi che la violenza sia da
attribuire alle bande di strada, Jahangir ha dichiarato che il
governo ha prove che responsabili di parte degli omicidi siamo
le proprie forze di sicurezza, polizia o vere e proprie
"squadre della morte".