04 Agosto 2001
 
 
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DA NORDOVEST
Notti magiche. Di cemento
ALESSANDRO ROBECCHI


La pulizia etnica si svolgerà in settimana. La più famosa favela di Milano, quella di via Barzaghi, attaccata al cimitero maggiore, viene censita, smembrata, spostata d'ufficio. E' un campo schifoso e incolto, terra dura come cemento nella stagione secca, una palude impressionante quando piove. E' lì che stanno "gli zingari", come i milanesi chiamano questi popoli nomadi. Che sono kosovari, macedoni, rumeni. Le casette di via Barzaghi sono meno schifose della terra su cui sorgono. Hanno interni a loro modo teneri e commoventi, qualche tappeto, molti fiori disegnati, centrini sui divani. Adesso basta. La deportazione dei kosovari comincerà in settimana. Finiranno in un parcheggio dalle parti di via Novara, un non-luogo vicino allo stadio. Un parcheggio costruito negli anni Novanta per i Mondiali. Notti magiche. E cemento.
Arrivano i container, e i kosovari ci finiranno dentro: roventi d'estate, gelidi d'inverno, l'accoglienza di Milano si dimostra insensibile alle questioni termiche. Del resto, in via Barzaghi non c'è posto: lì sorgerà un po' di cemento terziario, una minitangenziale e altre cose utili alla produzione e allo scambio di ricchezza. Lo scambio di povertà avverrà invece nei container, dove - dicono alla protezione civile - non si allacceranno luce e gas fino a settembre. Dei mille dannati di via Barzaghi, dunque, duecento verranno spostati. Gli altri (il totale sfiora le mille unità) verranno censiti. Traduco in italiano: si controllerà quanti sono i regolari, quanti i rifugiati e quanti (tanti) quelli da rimpatriare a bastonate. Dei rumeni il comune rifiuta di occuparsi, finge di non vederli, beninteso, fino al controllo dei documenti. Poi via. Il balletto sarebbe divertente se non ci fossero questi profughi incolonnati in cerca di una vita decente. Creata dal Comune, via Barzaghi viene smantellata dal Comune. La Lega chiede il numero chiuso per i nomadi. I fascisti lamentano che gli abitanti di via Novara non sono stati consultati e che alla fine pagheranno loro, gi affumicati dall'olezzo dell'inceneritore di Figino, che quando tira il vento giusto ammorba parecchio. Tiziana Maiolo gioca la carta del volto umanitario di Forza Italia (sic) e cerca di tranquillizzare tutti dicendo che i nomadi deportati sono gente perbene, che i bambini vanno a scuola. E comunque, aggiunge, "vigileremo". Non si sa bene cosa vigileranno: che non saltino le lezioni? In questi giorni via Barzaghi è un andirivieni di commissioni, delegazioni, vigili, protezione civile, Caritas, assessori-filosofi e Maiolo in persona. A vederla dal bordo della strada, appoggiato al muro immenso del cimitero, l'unico anfratto d'ombra, con l'aria resa traballante e ondulata dal caldo tropicale, la scena è epica e grottesca. Colorata ma tristissima. Milano sposta le briciole del suo immenso mangiare, le scopa sotto il tappeto come fanno le massaie svogliate. Sono brava gente, e i bambini vanno a scuola. Fuori dalla scuola, poi, tornano nei loro container di contenzione. Il lavoro rende liberi? Dove l'ho già sentita, questa?

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