28 Giugno 2001
 
 
Un anno a Recoba per i passaporti falsi
Assolto Veron, multe e inibizioni per le società coinvolte. Napoli e Reggina sul piede di guerra

Squalifiche e inibizioni più o meno lunghe, multe miliardarie, ma nessuno stravolgimento del campionato. Così ieri la Commissione Disciplinare ha deciso di risolvere lo scandalo dei passaporti falsi che da quasi un anno teneva in scacco il calcio italiano. Le sentenze del processo sportivo hanno confermato in sostanza la linea sanzionatoria indicata dalle richieste del procuratore federale Porcueddu, senza però calcare troppo la mano in modo da evitare il ricorso alla magistratura ordinaria da parte delle società coinvolte.
A pagare il prezzo più alto sono stati, come previsto, i giocatori: tutti squalificati, tranne l'argentino della Lazio Veron per il quale la Disciplinare ha ritenuto "non pienamente provata" la consapevolezza dell'utilizzo di alcuni documenti falsi per ottenere la cittadinanza italiana. Gli altri invece sapevano senza alcun dubbio di essere in possesso di passaporti irregolari: dunque un anno lontano dai campi di gioco per l'interista Recoba, per il milanista Dida, per i romanisti Fabio Junior e Bartelt, per i brasiliani dell'Udinese Alberto, Warley, Jorginho e Da Silva e per i vicentini Jeda e Dedè. Sentenze più miti (sei mesi) per i ragazzini africani della Sampdoria (Francis Zè, Job e Mekongo) che secondo i giudici sono stati oggetto di una vera e propria "tratta" e che hanno collaborato sin dall'inizio per chiarire le imprecisioni nei loro documenti.
Tutte e sette le squadre sotto processo sono state multate per responsabilità oggettiva: tre miliardi per l'Udinese, due per Inter e Lazio, uno e mezzo per la Roma e uno per Milan, Vicenza e Sampdoria. L'accusa aveva chiesto qualcosa in più in termini economici, ma l'importante per le società era evitare le temutissime penalizzazioni richieste invece dalle squadre retrocesse in serie B. Proprio su questo versante potrebbe scatenarsi nei prossimi giorni l'ennesima guerra: il Napoli ha già annunciato il ricorso in Lega per ottenere la penalizzazione (e quindi la retrocessione) di Inter, Vicenza e Udinese, farà ricorso alla Caf contro la sentenza della Disciplinare e non esclude di rivolgersi al Tar qualora nessuno voglia dar retta al club partenopeo. Sulla stessa lunghezza d'onda la Reggina che, dopo aver perso lo spareggio salvezza col Verona, ha condannato le sentenze di ieri come "sanzioni inadeguate ai fatti che mettono in discussione la credibilità del sistema", annunciando le "opportune impegnative nelle sedi competenti".
La Disciplinare ha inoltre punito diversi dirigenti di serie A coinvolti nello scandalo dei passaporti, infliggendo un anno di inibizione a Lele Oriali (direttore tecnico dell'Inter), Franco Baldini (Roma), Felice Pulici (Lazio) e Rinaldo Sagramola (Vicenza). Due anni invece per il presidente dell'Udinese, Gino Pozzo. Indipendentemente dalle iniziative di Napoli e Reggina, è probabile che giocatori, società e dirigenti condannati ieri facciano ricorso alla Caf per veder ridotte le loro pene.