venerdì 28 ottobre 2011
EDIZIONI HTML
10 CULTURA
2011.10.13
-
TAGLIO MEDIO
di Piero Fossati
Classi nuove / «NOI DOMANI» DI VINICIO ONGINI, VIAGGIO NELLA SCUOLA DI OGGI (E NELLA SOCIETÀ DEL FUTURO)
Nel quotidiano confronto tra culture differenti una ricchezza per «autoctoni» e «stranieri»
Gli insegnanti e i dirigenti mettono in campo le loro abilità senza lasciarsi paralizzare dalle insipienze e dal disinteresse delle politiche scolastiche
Vinicio Ongini è una autorità in materia di scuola (è stato maestro per vent'anni) e di interazioni culturali (lavora attualmente all'Ufficio integrazione stranieri del Ministero dell'Istruzione) - autorità, una volta tanto, competente e intelligente. Scrittore di racconti e di saggi, nel recentissimo Noi domani (Laterza, pp. 170, euro 15, sarà presentato lunedì 17 ottobre a Roma, presso la Libreria Feltrinelli di via Vittorio Emanuele Orlando con la partecipazione di Tullio De Mauro e Mario Casari) Ongini accompagna i lettori in sedici tappe attraverso la scuola italiana, là dove, lontano dalle luci della cronaca e dal mal di pancia dei nostalgici della selezione fin dalla culla, si sta attuando una sorprendente interacculturazione in forme varie e con strumenti diversi come diversi sono i 750 000 alunni con cittadinanza non italiana (l'8 e ½ per cento dell'intera popolazione scolastica) sparsi nelle quasi 58 000 scuole della penisola.
La presenza di stranieri - rilevante in alcuni casi, modesta o poco avvertita in molti, sconosciuta in moltissimi, artatamente drammatizzata dai media e da schieramenti politici che speculano sulle paure della gente - potrebbe rappresentare un vantaggio per tutti oltrepassando l'ottica dell'integrazione: l'interazione tra culture diverse è un dare e un avere, introduce gli stranieri nell'orizzonte culturale italiano e arricchisce nello stesso tempo quello degli «autoctoni». Così, in una scuola genovese le favole di Fedro, rigorosamente in latino, rappresentano una base linguistica che incontra la soddisfazione di alunni eredi di una multiculturalità da antico impero romano. A Lecce è il Viaggio nella Costituzione, con fumetti e dialoghi tra Moro e Di Vittorio, a far apprezzare il senso di appartenenza. A Brà cucina e tradizioni culinarie creano i Fornelli d'Italia, e se alla «Casa del Sole» di Milano il laboratorio linguistico di italiano fa la parte del leone, a Firenze sono costanti gli scambi di alunni con la Cina e Gloria può descrivere una lezione di matematica e di scienze nella classe di Han a Wenzhou. A Bordolano, provincia di Cremona, il progetto interculturale è «un viaggio dentro i matrimoni dei diversi Paesi con le musiche, i vestiti, i cibi, i filmini fatti in casa, i rituali» di «alunni italiani, indiani, marocchini, albanesi e le loro famiglie». E la numerosa comunità Sikh ne è l'anima.
I progetti di interscambio culturale coinvolgono istituzioni, iniziative private, volontariato, abitanti dei quartieri: ma tutto ruota attorno alla scuola. Il successo delle iniziative ridimensiona l'idea di una scuola allo sbando: i brillanti risultati scaturiscono dal gusto e dall'impegno delle scelte, dall'intelligenza delle vie individuate, dalla professionalità che non ha bisogno di piangersi addosso o di rifugiarsi nella geremiade del buon tempo antico, quando i Pierini erano così «bravi». Nelle classi di Noi domani ci sono Ahmed, Kevin, Sokol, Adrisa, Xhensilda, Sharon, Joel, Fransua, Diego, Ivan, Sara...
Alunni al centro, ma dalle pagine di Ongini balzano fuori insegnanti e dirigenti: è il loro entusiasmo a dare il tocco magico alla vita scolastica. E non si sentono «maestrine dalla penna rossa»: sono professionisti che mettono in campo abilità e competenze senza lasciarsi paralizzare dalle inadempienze, dalle insipienze e dal sostanziale disinteresse di una politica scolastica che ha il suo massimo rappresentante in un ministro che non prova vergogna nell'aver seguito vie tortuose per sfuggire all'impegno dello studio. Professionisti che avvertono e denunciano con lucidità l'inettitudine di una società che dalla scuola vorrebbe la palingenesi dei costumi ma che è restia ad aprire il portafoglio. Professionisti che si rimboccano le maniche e riscoprono il piacere intellettuale di svecchiare i sentieri della sperimentazione didattica con intelligente originalità: la curiosità nella ricerca, la laicità con cui guardare alle esperienze «altre», il rispetto per la persona e la comprensione per situazioni diverse, la vertigine di dare veste alla mescolanza di culture sono altrettante prove delle possibilità della nostra scuola. Sono i migliori eredi dei vecchi «maestri» (i Lodi, i Bernardini, i Ciari, i Rodari) e delle pattuglie Mce (Movimento di cooperazione educativa, più volte ricordato nelle pagine di Ongini) che nel plumbeo clima democristiano costruirono la scuola della nuova Italia.
Sembra cadere a proposito il richiamo al tempo in cui gli insegnanti avevano a che fare con alunni meno impastoiati da genitori ansiosi e iperprotettivi e da una società intrusiva: «I bambini stranieri hanno meno sovrastrutture, sono lasciati essere più bambini, mi risponde una maestra, e un'altra aggiunge: I bambini stranieri sono un po' come quelli di una volta...». Il rapporto con gli altri fa scoprire doti e comportamenti dimenticati. «Ho pensato che la nostra società è messa proprio male se abbiamo bisogno che l'autorità dica a noi 'cittadini bambini', che se fa caldo bisogna bere e stare all'ombra. È tempo di tornare ad essere responsabili e di insegnare ai nostri figli ad essere coraggiosi e indipendenti».
Il paragone con il passato spinge a qualche cautela: anche allora obiettivi di socializzazione furono raggiunti con risultati soddisfacenti ed è certamente vero che da allora gli scolari vanno alla scuola dell'obbligo con minori ansie relazionali. Ma la storia ha dimostrato che le esperienze gratificanti non sono sufficienti a emancipare dallo svantaggio culturale se non si saldano a un «dopo» capace di accogliere e rafforzare i saperi che hanno iniziato a costruirsi.
-
Docenti nelle aule di scuola, pensosi
APERTURA di Marcella Bacigalupi -
Nel quotidiano confronto tra culture differenti una ricchezza per «autoctoni» e «stranieri»
TAGLIO MEDIO di Piero Fossati
-
Il mito degli «antenati ebraici»
APERTURA di Shlomo Sand -
Aumentano le vendite online, il resto è fermo
TAGLIO MEDIO di Maria Teresa Carbone -
Due giorni per ricordare Francesco de santis
BREVE -
Risorgimenti al plurale, come nasce una nazione
BREVE
TERRA TERRA
-
Dopo la diga, la miniera
| di Paola Desai del 26.10.2011 -
Il diritto alla terra prende voce
| di Paola Desai del 25.10.2011
-
Biennale, bocciato MalgaraLa nomina alla presidenza della Biennale di Giulio Malgara, in qualità di uomo gradito al premier e manager della pubblicità e dell’Auditel, ha subìto una battuta d’arresto presso la commissione Cultura della Camera. Chiamata a dare il suo parere non vincolante, si è espressa con 23 voti a favore e 23 contro sulla decisione del ministro Galan.26 ottobre 2011
-
Ma quale sicurezza, SicSic era affettuosamente chiamato Marco Simoncelli, il pilota della formula uno delle moto, morto domenica in Malesia. Sic, in latino, significa così. Lo si usa anche quando si cita una cosa altrui, o per evidenziarne un errore. Sic, è proprio così, è volato via senza volare, rimasto aggrappato alla sua moto che non ne voleva sapere di scivolar via.24 ottobre 2011
MANIFESTO BLOG
ROVESCI D'ARTE
Arianna Di Genova
-
Biennale, sonora bocciatura per il pubblicitario Malgara
di arianna - 26.10.2011 22:10
AUTOCRITICA
Francesco Paternò
-
Ma quale sicurezza, Sic
di fpaterno - 24.10.2011 20:10
LOSANGELISTA
Luca Celada
-
Videocartolina dalla Grande Recessione
di luca celada - 21.10.2011 23:10
PACI POSSIBILI
Orsola Casagrande
-
Eta annuncia la fine della lotta armata
di orsola - 20.10.2011 19:10
FRANCIAEUROPA
Anna Maria Merlo
-
Marsiglia mette al bando la mendicità
di Anna Maria - 19.10.2011 17:10
ESTESTEST
Astrit Dakli
-
Mosca non si indigna
di a. d. - 18.10.2011 20:10
COMPAGNI DI SQUADRA
Nicola Sellitti
-
A casa l’operaio Alex
di nicolasellitti - 18.10.2011 12:10
POLTERGEIST
Nefeli Misuraca
-
Boston Legal – La storia del telefilm attraversata da William Shatner
di nefeli - 15.10.2011 15:10
POPOCATÉPETL
Gianni Proiettis
-
Crimini di una guerra persa e perversa
di gianni - 15.10.2011 03:10
LA RETE NEL CAPPIO
Benedetto Vecchi
-
L’ammaliante tecnoutopia di Steve Jobs
di benedetto - 14.10.2011 09:10
NUVOLETTA ROSSA
Andrea Voglino
-
«Gang Bang» verso Lucca
di Andrea - 12.10.2011 13:10
ISLAMISMO
Giuliana Sgrena
-
Tunisia, salafiti contro Persepolis
di giuliana - 10.10.2011 21:10
BABELBLOG
Cinzia Gubbini
-
Guerra a Lampedusa, fallimento Maroni
di cinzia - 21.09.2011 15:09
LA FINANZA AI GATTI
Savana
-
L’Iva e la depressione dei consumi
di cinzia - 22.08.2011 19:08
SERVIZI