il manifesto - 15 Ottobre 2003
Quattro consiglieri aggiunti al Campidoglio
Il consiglio comunale ha approvato ieri la delibera sugli stranieri. Veltroni: «Un voto storico»
Un lungo applauso delle comunità presenti in sala ha salutato il voto con cui il consiglio comunale di Roma ha approvato la delibera che, dopo anni di stenti e timidezze da parte delle amministrazioni di centrosinistra, istituisce i quattro consiglieri comunali «aggiunti» in rappresentanza degli stranieri che risiedono in città. A favore si sono espressi i consiglieri della maggioranza di centrosinistra e dall' Udc. Non erano invece presenti in aula gli altri consiglieri dell'opposizione, ufficialmente perché in polemica con il sindaco Veltroni in relazione al caso al caso D'Erme (leggi a pagina 5), in vero perché in difficoltà politica rispetto all'iniziativa che divide il centrodestra. «Roma oggi fa un primo storico passo. Ma ci auguriamo che possa arrivare presto, a livello nazionale, il voto amministrativo per gli immigrati», ha detto il sindaco Walter Veltroni aprendo i lavori dell'assemblea. «Noi abbiano accolto con favore l'iniziativa di Fini - ha aggiunto Veltroni - Si è aperto un dibattito nella maggioranza, ci auguriamo che si affermi questo fondamentale principio di civiltà».

I quattro nuovi consiglieri avranno infatti la possibilità di intervenire ai dibattiti in consiglio, ma non di votare, perché la normativa nazionale non lo consente. Rappresenteranno sui banchi del comune i circa 270 mila stranieri regolarizzati che vivono nella capitale. E in parte anche le esigenze delle migliaia di persone senza volto e senza diritti che popolano la città (le richieste di regolarizzazione sono state nella capitale 104 mila).

Soddisfazione da parte dei molti stranieri che anno assistito alle due ore di dibattito in comune. «Nel 90 per cento dei discorsi sentivo parlare dei miei doveri, ora si comincia a parlare dei nostri diritti - osserva Danuta Maristella, 33 anni, polacca, da 11 anni in Italia - E' molto importante».

«Roma non è la prima città a dotarsi di consiglieri in rappresentanza degli immigrati - osserva Francis Manujibeya, 48 anni, nigeriano, perito chimico e mediatore culturale che da 20 risiede in Italia - Ma essendo la capitale potrà fare da apripista per altre città dove ci sono molti immigrati, come Napoli o Padova. Mi dispiace che An e Forza Italia non abbiano partecipato ai lavori del consiglio. Sembra quasi che abbiano voluto mettere in dubbio l'uscita di Fini, invece favorevole al voto per gli immigrati. I colonnelli di An avrebbero dovuto essere un po' più morbidi sul provvedimento. Mi stupisco, poi, per l'assenza di Forza Italia, che sembrava l'ala più moderata».

Il gruppo consiliare di An ha infatti deciso di non partecipare ai lavori del consiglio comunale. Ma secondo il sindaco Veltroni la scelta non riguarda il caso D'Erme, bensì il fatto che «non sanno come votare, essendo in larga parte su posizioni diverse da quelle di Fini». Secondo il sindaco i consiglieri comunali di An a Roma, «avendo fatto Fini quella proposta ed essendo loro per larga parte collocati su posizioni diverse, coprono dietro ad altre circostanze le difficoltà di votare».