il manifesto - 12 Ottobre 2003
TABACCI
«La Lega scontenta il nord»
L'esponente dell'Udc: «Bossi pensi a governare senza pregiudiziali»
CINZIA GUBBINI


Onorevole Tabacci, come dice il presidente Casini il dibattito sul voto amministrativo agli immigrati è fisiologico in un paese europeo, non crede?

Io la penso certamente così. D'altronde dopo aver fatto la battaglia per regolarizzare gli immigrati che vengono in Italia a lavorare onestamente, ritengo che sia uno sviluppo del tutto logico. Ho avuto modo di sostenerlo anche in vari dibattiti nei mesi scorsi, sempre con grande pacatezza perché è giusto che le cose maturino. Le cose, però, stanno così non c'è dubbio: collegando la presenza degli immigrati al lavoro, al pagamento delle tasse, al riconoscimento delle istituzioni del paese che li ospita. tutte cose che fanno parte di un'integrazione necessaria che è un fatto di civiltà e di serenità, nonché di cultura, perché la gente che sta qui deve sentirsi a casa propria.

Ecco, a proposito dei contenuti di un' eventuale proposta di legge: quello che uscito finora suscita perprlessità. Richiedere la residenza da otto anni non le sembra un po' esagerato?

Ma questo si vedrà, credo che nessuno abbia già posto dei limiti invalicabili. La proposta di Fini è quella di cominciare a ragionare su questo punto, come fanno in tutti i paesi europei. Io non voglio dare numeri, secondo me è essenziale solamente legare la questione dell'immigrazione al lavoro. Per questo sono d'accordo anche con la proposta di un graduale superamento delle quote di ingresso, che ora sono una gabbia per le imprese. Bisogna andare verso una soluzione di questo genere, che permette di costruire occasioni di lavoro anche all'estero, e una volta che le persone sono individuabili favorirne l'ingresso. Diversamente dobbiamo fare tante Timisoara, perché Timisoara, ormai, è una città veneta. Se il decentramento produttivo sposta le nostre fabbriche all'estero, cosa che comunque in una certa misura ci sarà sempre. E se è ragionevole pensare che gli italiani vanno anche in Cina, d'altro canto è ragionevole pensare che in Italia arrivino braccia. E non solo braccia, ma anche cervelli. Probabilmente in un prossimo futuro, come è accaduto a Silicon Valley avremo ingegneri indiani e pachistani.

Sarà per questo che, come rivela l'Anci, i sindaci del nord sono così aperti all'idea di concedere il voto agli immigrati?

Io non ho mai avuto dubbi, hanno bisogno di una comunità identificata. Non solo con la carta di identità, ma di una comunità fatta di cittadini a pieno titolo. E quello del voto è uno strumento, poi se viene concesso in tre, in cinque anni, non è una questione di numeri.

E allora che fa la Lega, va contro la sua stessa base elettorale?

Presumo che quello della Lega nord sia un problema legato all'immagine che si sono costruiti. Certo che non ascoltano la loro base: quando ci fu il problema della regolarizzazione proposta da noi, che ha avuto intanto una risposta di 700 mila domande, ma secondo me ce ne sono molti di più che lavorano al nero, cosa ha dimostrato? Che gli artigiani, le microimprese, anche del nordest, quel lavoro lo utilizzavano. Non credo che questi fossero contenti della posizione della Lega, magari nel passato possono essere stati elettori della Lega, ma non penso che potranno esserlo ancora per il futuro.

E cosa risponde a quegli esponenti della maggioranza che ritengono la proposta di Fini dannosa perché non interessa gli italiani?

Ma se ormai le ragazze filippine e colombiane hanno in mano i nostri figli e i nostri nipoti. Secondo lei a queste persone non interessano queste cose? Secondo me gli italiani non sono interessati alle opinioni di questi colleghi.

E che ne pensa di quelli secondo cui la proposta di Fini è stata avanzata solo per guadagnare un po' più di poltrone?

Ma guardi, quando si trattò di regolarizzare gli immigrati fui promotore di un emendamento altrettanto fronte e che aprì formidabili divisioni nella maggioranza. Gianfranco Fini fu il riferimento nel governo per risolvere il problema.

Secondo lei è possibile che su questa proposta si apra una crisi di governo?

Io non credo che si debbano aprire crisi, penso che se il centrodestra ha vinto e vuole governare deve essere in sintonia con i problemi del paese. Semmai c'è da fare un appello a chi ha sostenuto che bisogna muoversi in modo «politicamente scorretto», come ha fatto Bossi in un recente corso di formazione per leghisti, per dire che, invece, bisogna «governare in modo corretto» e senza porre pregiudiziali ideologiche.