il manifesto - 21 Settembre 2003
INCHIESTA
La sessualità in catena di montaggio
«Mari, Lola e le altre in strada», un libro sulla prostituzione e sull'universo maschile dei clienti
Rispettabili maschi di giorno e violenti uomini di notte. La posta in gioco è l'esercizio del potere sul corpo delle donne

FRANCESCA PILLA
Di saggi, inchieste, rapporti che analizzano il fenomeno della prostituzione sono pieni oramai gli scaffali. Attraverso racconti, quantificazione e qualificazione del mercato, situazioni di sfruttamento, motivazioni culturali ed economiche che spingono (o costringono) le donne, soprattutto migranti, a vendere il loro corpo, gli addetti ai lavori hanno presentato un quadro abbastanza chiaro sul come e sul perché si possa arrivare a prostituirsi. In questo variegato panorama editoriale, il volume Maria, Lola e le alte in strada (Intra Moenia, pp. 283, € 13,00), curato da Andrea Morniroli, è certo un motivo di riflessione ulteriore sulla condizione della prostituzione migrante, in particolare quella della Campania. Uno degli elementi di maggiore interesse di questo libro denso di racconti personali delle immigrate (in prevalenza nigeriane o provenienti dai paesi dell'Est Europa) che si prostituiscono per mantenere la famiglia, spesso obbligate da uomini che le hanno portate in Italia con false promesse, sta nella messa a fuoco della relazione tra diffusione sempre maggiore di prestazioni sessuali mercificate e l'universo della domanda. Perché se la prostituzione esiste in un determinato contesto sociale, creando dinamiche specifiche e ricorrenti, molto dipende dal tipo di domanda. Allora si scopre che il paesaggio dei clienti assolutamente eterogeneo e trasversale in quanto a età, professione, stato civile e classe di appartenenza in prevalenza è abitato prevalentemente da persone «violente, arroganti e scortesi», mentre le categorie professionali più rappresentate sono quelle di carabinieri e poliziotti. Quest'ultimo punto merita sicuramente un approfondimento, anche se nel volume viene fatto scorrere tra le righe, mentre dimostra chiaramente come la zona grigia del fenomeno, al tempo stesso accettato e condannato, ammesso e ripudiato, sia da sempre in bilico tra lecito e illecito.

I rappresentanti delle forze dell'ordine che sono clienti abituali sono infatti quegli stessi maschi che di giorno chiedono legalità, esprimendo indignazione per la presenza di «ragazze» agli angoli delle strade quando girano in macchina con le proprie famiglie. Sono gli stessi maschi che sostengono la riapertura delle case chiuse, l'espulsione delle straniere o la galera per arginare il «problema». Ma ciè che vale per il giono è irrilevante per la notte. Di notte, si legge in molti dei racconti presenti nel libro, forti della posizione professionale che dà loro un potere nel rapporto con le prostitute, adoperano forme di ricatto sulla posizione irregolare delle migranti-prostitute, pretendendo prestazioni gratis e rapporti non protetti.

L'inchiesta è stata condotta attraverso un questionario semi-strutturato fornito alle donne contattate per tentare di definire attraverso le richieste e le abitudini quale potrebbe essere la molla a spingere la ricerca di sesso a pagamento. Un'inchiesta intelligente perché, se di solito il fenomeno della prostituzione migrante è analizzato in profondità, poco si sa dell'universo maschile che in queste pratiche cerca le proprie conferme. E' infatti scomodo scoprire che ragazzi giovani, uomini sposati, persone con una vita assolutamente «normale e distinta esprimano tutta la loro violenza repressa in un rapporto sessuale che spesso viene consumato «in fretta e con prestazioni a catena di montaggio dove a prevalere è il controllo dei tempi da parte del protettore e non di certo la fantasia o la trasgressione». Allora perché? Se partiamo dalla prestazione più richiesta, quella del rapporto anale arriviamo al punto: «con le loro donne non è possibile esprimere in pieno il bisogno di violenza e di prevaricazione». La prostituzione è dunque uno dei principali canali d'espressione di un profondo malessere sociale dei maschi: gli uomini cercano in strada la risposta a un bisogno di esercizio del potere nei rapporti con le donne, e rappresenta la loro incapacità di tessere relazioni piene.

Oltre a offrire uno spaccato sull'universo della domanda, il volume si sofferma anche sulla vita passata in strada delle prostitute, con descrizioni particolareggiate sulle differenze dei percorsi in base ai paesi di provenienza, al bagaglio culturale delle donne (ma anche dei transessuali), con mappe della distribuzione in Campania. In primo piano poi l'impegno del mondo del volontariato teso a limitarne l'espansione, ridurne l'impatto negativo sul territorio, nonché volto a tutelare i diritti e la salute delle prostitute. Di particolare efficacia si è così dimostrato il progetto La Gatta, di cui fanno parte oltre al comune e alla cooperativa Dedalus, l'Asl, la Caritas, il consorzio delle cooperative sociali Gesco, l'associazione di volontariato Priscilla, che hanno messo insieme un programma d'assistenza alle donne che desiderano volontariamente aderire e che prevede sia la possibilità di cambiare vita entrando nei programmi speciali di protezione, dove sono accompagnate nei processi d'inclusione socio lavorativa, sia aiutate nel caso decidano di continuare a vivere in strada, attraverso gli spazi d'ascolto e consuelling.