il manifesto - 28 Febbraio 2003
La ricetta scozzese
Il paese ha problemi demografici, economici, e poi deve promuoversi meglio all'estero. Porte aperte agli immigrati, allora. Una proposta contro tendenza del primo ministro che, però, sogna l'immigrato «perfetto»
O.C.
LONDRA
C'è aria di campagna elettorale in Scozia. Con le elezioni per il parlamento decentrato fissate per il primo maggio di quest'anno, i partiti hanno cominciato a preparare i loro manifesti elettorali. Il partito laburista scozzese, al governo, nei primi cinque anni di devolution, cerca di restituire di sé l'immagine di un partito giovane, moderno, agile. Il primo ministro del parlamento scozzese, Jack McConnell, ha scelto la conferenza sulle sfide che la città di Edinburgo ha di fronte, per lanciare una serie di proposte anche controtendenza rispetto alle politiche nazionali del Labour. Premesso che McConnell è estremamente leale al premier Tony Blair su una serie di questioni importanti (prima fra tutte la guerra in Iraq), nel suo discorso alla conferenza che si è svolta nella capitale scozzese nei giorni scorsi, ha sottolineato soprattutto la necessità per la Scozia di promuoversi meglio all'estero. La sfida principale, per McConnell è quella rappresentata dalla necessità di mantenere una crescita economica (e demografica) che stenta a decollare. Come? Per esempio aprendo le porte a una immigrazione selezionata che serva a dare un contributo alla performance economica non brillantissima del paese. Così la Scozia, secondo il primo ministro, dovrebbe avere il coraggio di aumentare il numero dei permessi di soggiorno concessi ai cittadini stranieri, naturalmente a quelli che posseggono titoli di studio e qualifiche precise. Così si potrebbe passare da centomila a centoquarantamila ingressi nel giro di pochi anni. Questa immigrazione selezionata dovrebbe essere possibilmente giovane perchè in questo modo si darebbe anche un contributo alla scarsa natalità. In particolare McConnell pensa alla concessione di visti per cittadini che provengono dai paesi dell'Asia orientale, India e Usa. Ogni anno - ha ricordato il primo ministro - si laureano in università scozzesi tredicimila studenti stranieri. «La popolazione scozzese - ha aggiunto - è in declino dal 1974 ed attualmente è di poco più di cinque milioni di persone. Tra il 1982 e il 2001 la popolazione è scesa del 2% e il numero dei giovani under 15 è addirittura sceso del 18%». La Scozia, sostiene il premier, «ospitale per natura».

Nonostante le descrizioni idilliache di McConnell, la Scozia in questi ultimi mesi ha registrato diversi problemi di intolleranza, alcuni anche molto gravi. Complice in parte una politica (centrale) del governo new Labour che vive l'immigrazione come un problema (anzi il problema principale) da reprimere, la Scozia non ha certo brillato per accoglienza e politiche di convivenza. Lo schema cosiddetto di dispersione degli asylum seekers (i richiedenti asilo) che vengono spediti in luoghi spesso remoti o comunque in aree già molto povere e dove le tensioni sociali sono già altissime, ha portato la Scozia (in particolare Glasgow) sulle prime pagine dei giornali lo scorso anno, quando un giovane kurdo è stato assassinato da alcuni ragazzi locali. Quello che è emerso durante le indagini sull'omicidio è una situazione drammatica di isolamento e disagio. Cocktail esplosivo come si è puntualmente verificato. Infatti la maggior parte degli asylum seekers vengono spediti in quartieri periferici, semi abbandonati di Glasgow, senza alcun sostegno, spesso senza interprete. Viene dato loro un alloggio precario (spesso case abbandonate dai precedenti inquilini perchè non agibili) in palazzotti dove (soprav)vivono i poveri più poveri locali. Aizzati spesso dalla destra (il British National Party ha la lotta all'immigrazione come punto principale della sua campagna politica) i residenti locali si sentono minacciati dall'arrivo di nuovi poveri che diventano potenziali nemici.

Non è un caso dunque che McConnell parli di immigrati selezionati: per i poveri, i profughi che fuggono da guerre e torture la Scozia (intesa come governo) non sembra essere così ospitale e disponibile.