il manifesto - 04 Gennaio 2003
IN BREVE
Immigrati in rivolta
Sono almeno 40 i richiedenti asilo e immigrati illegali accusati di disordini e di aver appiccato incendi dolosi nell'ultima settimana in cinque centri di detenzione australiani. Nonostante le proteste dei gruppi per i diritti umani, che denunciano abusi e maltrattamenti, alcuni degli arrestati sono stati spediti in carceri di massima sicurezza, altri si trovano in celle nelle centrali di polizia. Finora sono stati imputati formalmente quattro detenuti del centro di detenzione di Perth per aggressione e resistenza all'arresto, mentre un britannico di 33 anni è accusato di una lunga serie di reati, dal danneggiamento di proprietà federale a minacce a pubblico ufficiale e rissa, durante un incendio e tentativo di evasione dal centro di Villawood a Sydney. Il governo ha minacciato di imprigionare e poi espellere i responsabili dei danni causati dai disordini, valutati in 4,7 milioni di euro. Le organizzazioni umanitarie hanno descritto i disordini come proteste disperate contro le condizioni in cui sono detenuti i richiedenti asilo. Secondo il gruppo Project SafeCom, la polizia e gli agenti di sicurezza in diversi centri hanno usato gas lacrimogeno e manganelli contro i detenuti, che sono stati ammanettati e lasciati a lungo senza acqua mentre venivano perquisite le stanze. Intanto il governo è stato costretto a difendere dalle accuse dei gruppi per i diritti umani la decisione di trasferire decine di richiedenti asilo in prigioni di massima sicurezza senza che sia ancora stato imputato loro alcun reato. Il ministro della giustizia, Daryl Williams, ha detto che il governo ha agito secondo i poteri accordati dalle leggi sull'immigrazione e che i detenuti sono stati trasferiti per la protezione del personale dei centri e degli altri detenuti. Poi ha accusato i gruppi umanitari di incoraggiare i disordini, «condonando attivamente o tacitamente» le azioni di detenuti che hanno commesso violenze e distruzione, dichiarando di comprendere tali gesti come causati dalla disperazione. Accuse respinte dalla Coalizione per la riforma della politica sui profughi, che ha detto di volere solo una politica più umana di valutazione delle domande di asilo. «Crediamo anche che gli abusi fisici e mentali commessi dal governo sui richiedenti asilo siano alla radice dei disordini nei centri di detenzione», ha affermato il portavoce Greg Barns.