il manifesto - 09 Novembre 2002
Chiuso Sangatte, ed è subito disastro umanitario
Il flusso degli immigrati che vogliono chiedere asilo a Londra non rallenta. Solo, ora dormono per strada
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
Il centro della Croce rossa di Sangatte ha chiuso ai nuovi arrivi dal 5 novembre, con dieci giorni di anticipo rispetto alla data annunciata il 26 settembre scorso dal ministro degli interni francese, Nicolas Sarkozy e dal suo omologo britannico David Blunkett. Ma i rifugiati continuano ad arrivare e la situazione sta diventando drammatica a Calais. Chi non ha il fatidico badge della Croce rossa, che non è più concesso da martedì, non può entrare a Sangatte. Gli immigrati continuano però ad arrivare nella zona, con la speranza di passare in Gran Bretagna. Così, da giovedì sera una cinquantina di di persone, aiutate dall'associazione «Collettivo di resistenza» occupano una palestra della città di Calais. «Non era possibile lasciare decine di persone fuori, in strada, al freddo e sotto la pioggia - dice Francis Geft del Collettivo - speriamo che questa situazione non duri, ma non dipende da noi». Il sindaco di Calais, Jacky Henin (Pcf), si è detto «scioccato» dalla situazione dei rifugiati in strada, definisce «un'eresia» la precipitazione del governo nel decidere la chiusira di Sangatte e chiede a Sarkozy di intervenire. «Non chiamerò la polizia a sgomberare la palestra» afferma, ma se la prende con l'iniziativa del Collettivo e sottolinea che la popolazione del quartiere residenziale del nord di Calais non è disposta a pagare il prezzo dell'imprevidenza governativa. «C'è il rischio di mettere la gente l'un contro l'altro, è questo che temo - dice il sindaco - e che cerco di evitare a Calais».

Nei fatti, la polizia è ben presente - 900 agenti pattugliano la zona per evitare una concentrazione a Calais - ed è già intervenuta più volte da martedì a oggi. I sindacati di polizia denunciano che persino gli agenti sono imbarazzati a dover agire in modo repressivo contro persone che non hanno commesso nessun reato, a parte quello di trovarsi a vagare per strada perché non hanno un posto dove andare.

Tutti gli immigrati che vengono fermati ricevono un foglio di via, con la minaccia di un mese di carcere e da 300 a 3mila euro di multa se non se ne vanno in 48 ore. «Ho visto cinque uomini stringersi in una cabina telefonica per dormire al caldo - racconta Joël Loeuilleux, della Lega dei diritti dell'uomo - tre dormivano per terra, gli altri due sulla mensola. Non ho mai visto una cosa del genere. Sono riuscito a sistemare tre persone in un centro per senza tetto, ma nella notte sono stati sloggiati dai poliziotti. Sei hanno dormito sulla porta di un ristorante. Alcune famiglie hanno preso il rischio di ospitarne qualcuno in casa». Altri si sono rifugiati nelle chiese. C'è il rischio della nascita di bidonville alle porte di Calais.

La situazione è drammatica, ben peggio del `99, quando la presenza di 200 kosovari che dormivano in un giardinetto aveva fatto aprire il centro di Sangatte. Adesso, la polizia illumina a giorno i giardini e tutti i luoghi dove gli immigrati potrebbero trovare rifugio per la notte. «Gli si impedisce di dormire, vengono sfiniti, è come una partita di caccia», denunciano le associazioni umanitarie. La polizia e la Prefettura non sanno più come far fronte alla situazione. Per legge, kurdi, afghani e le «persone vulnerabili», cioè le donne e i ragazzi sotto i 16 anni, non possono venire espulsi. Ma questa regola non viene sempre rispettata.

Il ministro Sarkozy è invece soddisfatto dell'anticipazione della chiusura. Per Sarkozy la chiusura anticipata è stata resa possibile dal voto, nella notte tra giovedì e venerdì al parlamento britannico, della riforma della legge sull'asilo e l'immigrazione. «Le nuove disposizioni della legge britannica rispondono all'impegno preso da Blunkett di ridurre l'attrazione del territorio britannico per esaurire il flusso migratorio che transita per la Francia e quindi di chiudere il centro di Sangatte».

Formalmente, la riforma britannica si impegna a lottare contro il traffico di esseri umani. Invece, a Calais è proprio questo traffico a venir favorito dalla chiusura di Sangatte: i passeurs hanno subito alzato i prezzi. Per tentare un passaggio appesi sotto lo chassis di un camion, adesso ai rifugiati vengono chiesti 1500 dollari, contro i 500 che costava questa prestazione prima della chiusura di Sangatte.