il manifesto - 04 Ottobre 2002
Tre donne al vertice della banda di schiavisti
«Girasole due» Iniziati gli interrogatori degli 80 arrestati. Valiani sospeso dalla Luiss. E l'imprenditore umbro Leonello Mosca respinge le accuse
LAURA GENGA
Ci sarebbe una donna, l'ucraina Oksana Stepaniuk, al vertice della rete criminale che gestiva il traffico di clandestini da avviare alle prostituzione dai paesi dell'est a quelli dell'Ue. Per gli inquirenti con lei avrebbero sempre operato anche Emma Gonghrenko e Antonina Zaporozhan, coinvolte in questi giorni dall'operazione «Girasole due», coordinata dal sostituto procuratore antimafia di Perugia Antonella Duchini, che ha portato all'arresto di 80 persone. A guidare la rete italiana dell'organizzazione sarebbero state Oksana Federova a Rimini, Natalia Artamonova a Roma e Irene Gruszka a Napoli. A dare un contributo determinante all'inchiesta sono stati i racconti di alcune delle ragazze ridotte in schiavitù e dei «pentiti», decisi a uscire dalla rete criminale. «Se si volesse nel giro di pochi mesi tutte le ragazze straniere che si prostituiscono in Italia potrebbero essere liberate», commenta don Oreste Benzi, presidente di un'associazione che da anni si occupa del problema e ha tolto dalla strada più di 3.000 ragazze. «Se si applicasse la legge sul favoreggiamento - sottolinea - le ragazze schiavizzate non ci sarebbero né sullestrade, né nei locali». Tra le fonti di prova raccolte dai carabinieri del Ros c'è anche un servizio «di estrema importanza investigativa» realizzato dalla Rai. Nell'aprile scorso infatti una troupe della tv pubblica entrò al Cristal di Perugia, uno dei night club al centro dell'inchiesta, documentando che i gestori scambiavano con i clienti la «compagnia» delle ragazze per denaro.

E ieri sono iniziati gli interrogatori degli 80 arrestati, accusati di associazione di stampo mafioso a fini di sfruttamento della prostituzione. L'imprenditore umbro Leonello Mosca, coinvolto nell'inchiesta, ha respinto tutte le accuse mossegli dai magistrati. Ma un altro nome eccellente, quello del professore universitario Rolando Valiani continua a suscitare scalpore. Al figlio dello storico Leo Valiani (morto nel `99) sono imputati tutti i reati più gravi contestati all'organizzazione criminale: dall'associazione per delinquere alla riduzione in schiavitù. Il professore, sospeso ieri cautelativamente dalla Luiss, avrebbe procacciato clienti per le ragazze e messo a disposizione un appartamento di sua proprietà. Secondo la procura di Perugia avrebbe anche avuto un «ruolo attivo» nel reperimento di documentazione falsa per la regolarizzazione delle ragazze.

Agli 80 arresti si è aggiunto ieri a Krosno, in Polonia, anche quello di Antonio Addeo, cittadino italiano definito dalla stampa polacca un «boss» della malavita internazionale. L'accusa per Addeo è quella di aver procurato giovani donne dell'Europa centrale e meridionale da avviare alla prostituzione. La rete criminale, che coinvolge ben cinque paesi europei, ricorreva a «sistemi pseudo legali» per consentire alle ragazze l'attraversamento delle frontiere. Le ragazze, infatti, entravano in Italia su lussuosi pulman munite di falsi visti turistici. Per sviare possibili sospetti, poi, l'ingresso delle «schiave» nel nostro paese era distribuito su diversi valichi.