il manifesto - 31 Agosto 2002
Sanatoria, il giallo dei 40 euro
A cosa servono i 40 euro «di spesa» richiesti per la regolarizzazione di colf e badanti, e i 100 per quella dei lavoratori subordinati? Non certo per le spese di invio dei moduli (e ci mancherebbe altro), come spiegano al ministero del Welfare e alle Poste italiane. La piccola «tassa» serve per «coprire i costi dell'apparato logistico e del servizio. Tanto lavoro che non si vede, ma c'è», spiegano alle Poste. La differenza tra le due procedure si spiega perché «la regolarizzazione dei lavoratori dipendenti comporterà un'informatizzazione dei dati più complessa», dicono al ministero del Welfare. Alle Poste, sostengono oltretutto che ci sarebbero da coprire «anche le spese del ministero dell'Interno». Ma al Viminale non confermano. Fatto sta che, oltre ai contributi, datori di lavoro e immigrati questa volta dovranno pagarsi l'intera regolarizzazione. Che è proprio costosa, un po' troppo, forse. Se emergeranno davvero 500 mila persone, gli introiti alla fine potrebbero essere di 35 milioni di euro.