il manifesto - 23 Agosto 2002
SAN PETRONIO
Terroristi per caso
ROBERTA CARLINI
«Napoletano?» - «Sì» «Emigrante?» - «No, turista».

Il dialogo-tormentone al quale è costretto Massimo Troisi nel viaggio verso Nord di «Ricomincio da tre» potrebbe essere appena ritoccato, per dare una sceneggiatura alla cronaca giudiziaria bolognese di questi giorni. Mettendo un marocchino al posto del napoletano e un terrorista al posto dell'emigrante, il film è fatto. Solo che il lieto fine non è l'amore, ma la scarcerazione in una notte calda e umida, con i giornalisti a fare la colletta per pagare due stanze d'albergo, i sacchetti della spazzatura con gli effetti personali in mano, i sorrisi alle telecamere. E domani chissà, il rientro nella fabbrichetta, sempre che l'imprevista pubblicità non anticipi la fine del contratto a termine e del permesso di soggiorno.

La storia dei quattro marocchini e del professore italiano accusati per 24 ore di associazione con finalità di terrorismo, e in particolare della preparazione di un attentato alla basilica di san Petronio, non è solo un «falso allarme». Può accadere che un inquirente esageri una valutazione, caschi in un equivoco, inciampi in una traduzione sbagliata. Ma stavolta l'«errore» è madornale. Quattro stranieri e un italiano entrano - videocamera alla mano - in una basilica supercontrollata, indicata dai giornali e dalle tv come uno degli obiettivi possibili degli islamici a causa della presenza di un quadro ritenuto dagli stessi blasfemo; ad alta voce (prendiamo per buona la traduzione dei Cc) parlano male della religione cattolica (è un reato?), commentano il dipinto («hai visto? è quello che hanno fatto vedere al telegiornale, sì, è quello»), inneggiano a bin Laden e si dicono sicuri che lo butterà giù, si danno un vago appuntamento alle sette e mezzo del mattino. Su queste basi - solo su queste basi, supportate da un'improbabile traduzione dal berbero - carabinieri e pm non solo fermano i cinque, ma convocano una conferenza stampa, presenti i massimi vertici dell'Arma a Bologna, durante la quale viene data lettura con tono teatrale delle frasi appena citate e si lancia l'allarme del terrorismo islamico sull'Italia. A tv e giornali non pare vero, solo il dramma del campionato slittato toglie il titolo di apertura ai terroristi di san Petronio, ma quasi ovunque il secondo titolo è tutto per loro: «Terroristi a Bologna», «Sventato attentato islamico», «Volevano far saltare la basilica», eccetera.

24 ore, e tutto si smonta. Non ci sono prove, è credibile la versione dei cinque (una visita improvvisata alla basilica, frasi estrapolate dal contesto). Lieto fine: quel che pare incredibile ai settentrionali di Troisi (dei «meridionali» che fanno i turisti) è stato accettato in un'aula giudiziaria. Prossimo film: a scivolare sul falso allarme sono stati gli stessi che indagano sull'omicidio Biagi, cioè sulle «nuove Br». Auguri a tutti noi.