il manifesto - 10 Luglio 2002
L.A. razzismo, la polizia replica il pestaggio
Un poliziotto picchia un ragazzo di pelle nera. Ma un videoamatore filma tutto. In California torna l'incubo del razzismo. E del caso Rodney King
CINZIA GUBBINI
«Sono tornato in stanza, mi sono cambiato, ho buttato giù una birra e sono andato al biliardo. Ho fatto come se nulla fosse». Poi Mitchell Crooks ha capito di aver filmato qualcosa di grosso. Qualche sequenza impressa su una pellicola che sta facendo il giro del mondo. E un brivido di terrore scorre lungo la California: sta scoppiando un nuovo caso Rodney King? Ancora una volta gli americani si trovano a dover fare i conti con la violenza gratuita che alcuni poliziotti utilizzano nelle normali operazioni di pattugliamento. E a rendere l'evento ancora più indigesto c'è che la vittima ha la pelle nera. Torna a farsi sentire lo spettro del razzismo che avvelena il mito del melting pot. Ma vediamo i fatti. Sabato scorso, in una stazione del gas di Inglewood, cittadina in provincia di Los Angeles, un poliziotto bianco ha picchiato brutalmente una ragazzino nero, dopo averlo ammanettato. Donovan Chavis è con il padre, Koby, a fare il pieno dell'auto. Mentre Donovan si allontana per comprare un sacchetto di patatine, Koby viene fermato dalla polizia: la sua patente è scaduta. Da questo momento in poi le testimonianze si dividono: secondo i poliziotti Donovan si sarebbe avventato su uno degli agenti. Korby Chavis, invece, racconta che i poliziotti hanno ordinato freddamente a Donovan di posare le patatine e uscire dalla macchina. Poi lo hanno ammanettato e hanno iniziato a picchiarlo. La telecamera di Mitchell Crooks inizia soltanto a questo punto a girare. Crooks viene da Sacramento e si trova in vacanza a Los Angeles. Alloggia in una pensione proprio di fronte alla stazione del gas. Dalla sua finestra vede che nel parcheggio c'è qualcosa che non funziona, e senza pensarci troppo prende la telecamera delle vacanze e inizia a filmare. Il video mostra Donovan a terra, con quattro poliziotti intorno; è ammanettato. Uno degli agenti, Jeremy Morse, lo afferra per la testa e per i pantaloni e lo sbatte con violenza sul cofano della macchina. Il ragazzo ha la faccia terrorizzata. Qualche secondo, e un pugno lo colpisce in pieno viso. «Ho visto tirare su da terra quel ragazzino come fosse uno di quei manichini che si usano per i test crash delle auto», racconta il videoamatore. E le immagini danno proprio quell'impressione.

Una tv locale ha mandato in onda il video: ne è nato un putiferio. A Los Angeles sono ancora vive le ferite della rivolta dei neri che nel 1992 si ribellarono alla decisione di una corte di giustizia - composta da soli bianchi - che assolse i quattro poliziotti macchiatisi dell'omicidio di Rodney King. Rodney aveva 25 anni, era nero, e una notte fu picchiato a sangue dalla polizia. Anche in quel caso un videoamatore filmò tutto. La decisione della corte scatenò la reazione di tutti i neri della città, che si estese fino a San Francisco e Atlanta. Tre giorni di guerra civile, alla fine rimasero sulla strada 53 morti e 2 mila feriti. 12 mila le persone arrestate. In seguito i quattro agenti verranno condannati per violazione dei diritti civili.

E' chiaro, quindi, che la storia di Donovan Chavis riaccende un incubo. Le associazioni degli afroamericani hanno bollato l'azione dei poliziotti come «razzista». Secondo la testimonianza del padre di Donovan i poliziotti lo hanno apostrofato con l'odiosa parola «nigger».

Il dipartimento di polizia di Inglewood - dove gli afroamericani rappresentano quasi il 50% della popolazione, i bianchi sono solo il 30% - si è affrettata a condannare l'episodio: l'agente Morse è stato sospeso ed è stata avviata un'inchiesta interna. Ovviamente, il dipartimento prova a sostenere anche la tesi di Morse, e cioè che il ragazzo si sarebbe in qualche modo «ribellato» al controllo, ferendo Morse alla testa. Ma quando i giornalisti hanno chiesto all'ufficiale del dipartimento, Eve Irvine, se un attacco da parte di un sedicenne giustificasse quel comportamento, Irvine ha risposto: «Non intendo dire questo». Tra l'altro i familiari di Donovan hanno riferito che il ragazzo ha problemi di linguaggio e di udito, frequenta una classe speciale (dove studiano i ragazzi con dei problemi, a volte semplicemente di povertà), e non si sognerebbe mai di ribellarsi a un poliziotto. Ora la famiglia di Donovan porterà tutta la storia in tribunale.