il manifesto - 03 Luglio 2002
«Decisione tardiva»
Processo Yohan: «Cadaveri ancora in mare»
TERESA CAMPAGNA
Una decisione giusta, ma tardiva e insufficiente. Questo il commento espresso dalle associazioni Senzaconfine, Zona Rossa, Arci-solidarietà, Asgi siciliana e Cepir, all'indomani della decisione presa dal tribunale di Siracusa sul naufragio della notte di Natale del 96, nel quale persero la vita 283 immigrati. Tardiva perché fin dalla testimonianza di un naufrago, alla procura di Reggio Calabria era chiarissimo che la strage era tre volte volontaria. L'equipaggio della Yohan aveva, infatti, calato oltre 300 uomini in una carretta che aveva poi speronato due volte, abbandonandola senza lanciare l'Sos. Dunque, secondo Dino Frisullo di Senzaconfine, fin dal primo momento andava mossa l'accusa di omicidio con l'aggravante dell'associazione per delinquere e della probabile premeditazione. Insufficiente perché, ad oggi, sono sotto processo soltanto i membri dell'equipaggio, tutti latitanti. «Nella nostra deposizione a Reggio Calabria nel luglio '97, - dichiara Frisullo - portammo al giudice, e successivamente al procuratore capo di Siracusa Campisi e all'allora capo della polizia Masone, un elenco di oltre 50 trafficanti chiedendo che si avviasse sia un'indagine internazionale sia un'indagine sull'omissione di soccorso e di atti d'ufficio da parte delle autorità italiane». I familiari delle vittime indiane, pakistane e tamil e le associazioni chiederanno, nel nuovo processo, che s'indaghi sulle responsabilità della rete del traffico e delle istituzioni che hanno coperto tutto col silenzio, ed inoltre, sui paradossi di Porto Palo: un intero paese a conoscenza della pesca quotidiana di resti di cadaveri e nessuna indagine da parte dei Carabinieri e della Capitaneria. Nei prossimi giorni le associazioni siracusane lanceranno un appello dal titolo «Per non dimenticare». «L'obiettivo - conclude Frisullo - è quello di raccogliere i fondi per recuperare "noi" il relitto e i resti delle vittime, se non vorrà farlo il governo. Lanciamo una "provocazione positiva" agli abitanti di Porto Palo: contribuiscano a questa impresa, se vogliono scrollare di dosso al paese la macchia di quei cadaveri rigettati in mare..»