il manifesto - 02 Luglio 2002
«Una colletta contro l'oblìo»
Tana De Zulueta accusa il mancato intervento del governo
TIZIANA BARRUCCI
«Anche una condanna, ma espressa in contumacia, non è giustizia». La senatrice diessina Tana De Zulueta è stata l'unica sin dal natale 1996, giorno in cui si consumò la tragedia di Portopalo, a battersi perché il governo italiano rispondesse della morte di 283 migranti. Da sempre in stretto contatto con i parenti delle vittime, oggi è costretta a un bilancio tutto in negativo, con la speranza che «quel caso emblematico» possa scuotere le coscienze.

Sono trascorsi sei anni e i corpi di 289 persone sono ancora in mare...Che fine hanno fatto gli appelli di 4 premi Nobel e di 150 parlamentari italiani?

A marzo si sono tradotti in un disegno di legge che il governo ignora. Chiediamo il recupero del relitto e dei corpi, nonché la costruzione di un sacrario interconfessionale: costo dell'operazione 5.000 euro, una cifra irrisoria che il governo non affronta.

E i parenti delle vittime?

Chiedono giustizia, ma giustizia vera. Chiedono il rispetto dei diritti, in quanto esseri umani, dei loro familiari e di tutti i migranti. Quando i 150 parlamentari firmarono l'appello i familiari delle persone morte decisero di dare al governo un anno di tempo per una risposta soddisfacente. Quell'anno è scaduto, ora la risposta sarà probabilmente una colletta per finanziare l'operazione.

Come ricorda l'indifferenza del governo di centro sinistra e del suo premier Prodi?

Si fidarono solo delle informazioni deficitarie fornite dalla guardia costiera e in seguito, con la conferma delle testimonianze in Grecia, giocarono a minimizzare le responsabilità italiane. Tutti ignorarono le poche righe dell'agenzia Reuters che informavano dell'accaduto. E nel periodo successivo in Italia solo il vostro giornale prese sul serio la vicenda. Eppure quello fu il più grande incidente marittimo dalla fine della guerra mondiale. Oggi mi aspetto che quell'indifferenza non ci sia più. Spero almeno che l'eventuale lancio di una notizia simile venga ora accolto con attenzione.

Una speranza che si ferma di fronte alla legge Bossi-Fini...

Sì. Da un lato 150 parlamentari chiedono giustizia e dall'altro si discute di una legge che renderà la situazione ancora più pericolosa. La cosa che più mi rammarica è che oggi non esiste la consapevolezza della corrispondenza fra una legge farraginosa e stragi come quella del `96. Ricordo bene che tra i morti di quella notte c'era un ragazzo che aveva abbandonato l'Italia, dove aveva già un lavoro, per andare al funerale della madre. Per ritardi burocratici nel rinnovo del permesso di soggiorno si trovò costretto a salire su quella nave da clandestino, ma senza avere più la possibilità di rivedere il nostro paese.