il manifesto - 19 Giugno 2002
A digiuno in attesa del vertice
I 460 immigrati che occupano l'università di Siviglia in sciopero della fame contro il silenzio del governo. Mentre si aspetta l'arrivo della carovana dei migranti partita da Almerìa. Domani lo sciopero generale e «generalizzato»
ANGELO MASTRANDREA
Sono barricati ormai da più di una settimana nel campus universitario Pablo de Olavide di Siviglia, ed è molto probabile che riescano a rimanerci per tutta la durata del Consiglio europeo che segnerà la fine del semestre europeo di presidenza spagnola e forse l'inizio di una stretta repressiva comune dei Quindici in tema di immigrazione. Si tratta di 460 immigrati che protestano contro il governo autonomo andaluso che ha autorizzato i contratti a 7.500 donne provenienti dall'est europeo per la raccolta di fragole nella zona di Huelva, sempre in Andalusia. Penalizzando, così, i circa seimila nordafricani «irregolari» che negli anni passati avevano svolto questa attività. Incassata la solidarietà attiva dei movimenti in arrivo a Siviglia per il controvertice europeo (ieri pomeriggio si è svolto anche un sit-in in loro favore davanti all'università), gli occupanti hanno annunciato uno sciopero della fame di 48 ore contro il silenzio del governo Aznar sulla vicenda, proprio alla vigilia di uno sciopero generale (previsto per domani) che vedrà in piazza nella città andalusa sindacati confederali e movimenti sociali per lo sciopero «generalizzato», e di un controvertice che vedrà arrivare a Siviglia non meno di 150 mila persone. Così, i 460 occupanti sono riusciti a far assumere valenza globale a una protesta assolutamente locale, anche se la linea del governo pare essere quella di far passare tutto il più possibile sotto silenzio, almeno fino alla conclusione del vertice. Con la loro protesta gli immigrati «chiedono anche solo la promessa di garanzie minime», hanno dichiarato i portavoce delle associazioni antirazziste. Ma per il momento hanno incassato solo la mediazione del rettore dell'università, la professoressa Rosario Valpuesta, grazie alla quale si è evitato finora un intervento della polizia all'interno. In questo modo, sono stati salvaguardati l'incolumità degli occupanti ma anche il regolare svolgimento degli esami. Ma gli avvocati degli immigrati denunciano che, nonostante la relativa tranquillità della situazione, negli ultimi otto giorni sarebbero state arrestate un centinaio di persone.

Nel frattempo, è atteso per venerdì sera l'arrivo a Siviglia della carovana degli immigrati partita sabato scorso da Almerìa. Si tratta di centinaia di rom, magrebini, latinoamericani, mediorientali, e con loro attivisti spagnoli e francesi che hanno organizzato la marcia della resistenza sociale. Domani si fermeranno a Malaga per «l'altro sciopero possibile», poi proseguiranno per Jerez e infine per Siviglia, dove incontreranno gli immigrati chiusi nell'università.

Sempre venerdì, sarà la volta delle azioni diffuse organizzate dalla Campagna contro l'Europa del capitale (il cartello che le aveva messe in piedi già a marzo a Barcellona, al precedente vertice europeo). Poi, sabato, il grande corteo unitario, organizzato dal Social forum di Siviglia per le vie del centro.