il manifesto - 30 Marzo 2002

Italia, la stretta pericolosa sui profughi
Restrizione del diritto di asilo e guerra a chi impiega immigrati senza permesso di soggiorno
LUCA FAZIO
MILANO
I telespettatori che l'altra sera hanno visto Berlusconi al Maurizio Costanzo Show, si saranno accorti che il presidente del consiglio ha dato il peggio di sé quando si è trattato di affrontare il tema dell'immigrazione. Di tutto si è trattato fuorchè di una livorosa messainscena razzista, e gli stranieri che vivono in Italia si stanno già rendendo conto di quanto possa diventare pericoloso un governo come questo se non incontra nessuno a sbarrargli il cammino. Il comune sentire xenofobo di questa maggioranza, lontano dai riflettori, si può anche concretizzare con l'azione di una qualsiasi pattuglia della polizia, quella che a Belluno denuncia cinque anziane signore per aver dato lavoro ad altrettante colf senza permesso di soggiorno. Un precedente scandaloso che se fosse applicato su larga scala potrebbe significare la denuncia di buona parte della popolazione italiana, elettori di centrodestra compresi. E' un po' questo il senso della provocazione del settimanale cattolico veneto L'Azione che nel numero in edicola domani inviterà i cittadini con una colf ad autodenunciarsi: «In questo modo il bubbone scoppierebbe tra le mani delle istituzioni e verrebbe alla luce ciò che tutti sanno, le aiutanti domiciliari sono necessarie per tenere in piedi la rete assistenziale veneta». Ma a questo punto anche le ipotesi più fantasiose vanno prese sul serio. Esempio: e se il governo sfruttasse il lasso di tempo concesso alle colf per regolarizzarsi per adottare migliaia di provvedimenti di espulsioni a carico di persone rintracciabilissime?

Tutto sembra possibile, dopo la «retata» di Belluno. E non può certo stupire il clamoroso annuncio del governo che con una semplice circolare ai prefetti ha deciso di mettere fine al programma nazionale di asilo (pna); si tratta di un sistema pubblico di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo (in mancanza di una legge) che in pochi mesi ha coinvolto 100 ammininistrazioni comunali in tutta Italia e dato assistenza a 2.200 persone. Adesso, su disposizione del ministero dell'interno, entro la fine dell'anno bisognerà arrivare a una riduzione del 70% dei posti disponibili. Secondo il Consorzio Italiano di Solidarietà (Cis), «migliaia di rifugiati saranno abbandonati sulle pubbliche piazze delle città, privi di assistenza, creando una situazione di grave disagio sociale». Gianfranco Schiavone, responsabile del Cis, ha annunciato una «mobilitazione straordinaria» per coinvolgere le amministrazioni locali coinvolte da «questa irresponsabile decisione». Dello stesso avviso il Consiglio Italiano per Rifugiati (Cir), preoccupato «per questa drastica riduzione dell'unico programma in grado di garantire un'accoglienza dignitosa ai richiedenti asilo e che aveva determinato una collaborazione tra le istituzioni». In fondo si tratta solo dell'ennesima piccola vigliaccata (2.200 persone...), una goccia nel mare in confronto alle quotidiane notizie allarmanti che parlano di migliaia di profughi in arrivo via Mediterraneo, quanto basta per alimentare la paura da «invasione», come dice Berlusconi. E come stava accadendo ieri, anche se poi delle 15 navi avvistate nel canale di Suez (per ora) non si è vista nemmeno l'ombra. Ma le corazzate sono già schierate...