il manifesto - 30 Marzo 2002
DA NORDOVEST
Rimborso di idiozie
ALESSANDRO ROBECCHI
Come dice il capo dei ministri, il cavalier Silvio
Banana, pochi ministri non fanno testo. Meno male, perché se dovesse far
testo Scajola («più sicurezza significa un po' meno libertà per tutti»)
saremmo in Cile. Se invece dovesse far testo il ministro della difesa
(«bisogna ripristinare la legalità democratica») saremmo in Cile lo stesso.
Se invece facesse testo il ministro Bossi (ma Silvio va in giro per l'Europa
a dire di non starlo a sentire) saremmo nella Berlino degli anni Trenta
e ci toccherebbe sgomberare stanze e sgabuzzini per far posto alle Anne
Frank dei tempi nostri: arabi, magrebini, cingalesi, eccetera eccetera.
Sai che produzione di diari! E vi risparmio i sottosegretari e i viceministri
Paradosso? Speriamo. Ma c'è sempre un momento in cui il paradosso si avvicina
alla realtà, e in questo avvicinarsi qualcuno ci resta impigliato in mezzo
e finisce che si fa male. Per esempio, uno si chiede cosa deve pensare
della proposta di Fabio Valneri, segretario cittadino della Lega Nord
di Rho (Milano), che propone all'amministrazione comunale di «rimborsare»
i cittadini che aiutano a individuare extracomunitari irregolari. Il cacciatore
di taglie non ha grande tradizione qui da noi, ma non si sa mai. Quanto
al «rimborso», francamente non si capisce cosa si debba rimborsare: una
telefonata? Ore di indagine e di pedinamento? Intelligence? Benzina per
le auto delle ronde? La proposta Valneri, per fortuna (e per ora) non
passerà. Al Comune di Rho (giunta di sinistra) ci stanno ancora con la
testa e qualcuno, per fortuna, si è anche levato a dire che siamo al grottesco.
Ma se Silvio Banana va in tivù da Costanzo a dire che gli stranieri ci
cacceranno dal nostro Paese, uno cosa diavolo deve pensare? Forse che
il «rimborso» prima o poi servirà. E, nel caso, chi sarebbe nella posizione
migliore per denunciare gli immigrati irregolari? Per esempio i datori
di lavoro che li tengono in nero per risparmiare sui contributi. Per esempio
i padroni di casa che affittano in nero, un tot a posto-letto. Insomma,
la questione della taglia perde un po' di senso, perché se vai a vedere
gli «invasi» sfruttano gli «invasori», e ci guadagnano un bel po', e dunque
quale interesse avrebbero? Forse la proposta Valneri andrebbe precisata:
un rimborso per denunciare i cittadini italiani che proteggono i clandestini?
Perquisizioni? Rastrellamenti? E che devo fare io: aspetto che la realtà
somigli al paradosso, oppure che il paradosso diventi reale? Nel dubbio,
ho ricavato una nicchia in casa: tra il bagno e la stanza dei bimbi ci
stanno (in piedi) un paio di persone. Quindi, nel caso, potrò ospitare
qualche irregolare, che come dice Silvio se viene qui poi «si dedica»
alla delinquenza. Manco fosse il giardinaggio. Vediamo. Se poi si mette
male, posso sempre denunciarli beccandomi il «rimborso» (che cinismo,
però!). Oppure stringere un accordo di ferro: nel caso - come dice Silvio
- ci cacciassero dal nostro Paese, beh, avrei sempre una nicchietta di
un metro quadro. Del resto, anche se «non fa testo», mi appoggio a quel
che mi dice il mio ministro degli Interni: «Più sicurezza vuol dire un
po' meno libertà». Eh, già.
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