il manifesto - 29 Marzo 2002

Rimpatri coatti
Gli espulsi protestano all'aeroporto
CI. GU.
Ottantacinque cingalesi (cittadini dello Sri Lanka) sono stati rimpatri ieri dall'aeroporto di Brindisi. Erano passate solo poche da quando il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, annunciava durante la conferenza stampa del Consiglio dei ministri: «Ottantacinque clandestini verranno riportati nel loro paese d'origine, un'altra parte verrà rimpatriata la prossima settimana. Sul piano del controllo dell'immigrazione clandestina questo governo sta agendo con risultati assolutamente superiori rispetto a quelli degli anni passati». Un brindisi in piena regola sulla pelle di ragazzi che, prima di essere caricati a forza sul volo charter, hanno cercato di evitare l'espulsione togliendosi gli indumenti e rimanendo a torso nudo. Un ultimo, disperato gesto. Difficile capire chi siano. Alcuni di loro farebbero parte del folto gruppo - tra cui erano certamente presente anche dei tamil, la minoranza srilankese - che l'altro ieri è stato trasferito dal centro si accoglienza di Sant'Anna a Crotone presso il Regina Pacis di Lecce, dove ad aspettarli c'era l'ambasciatore srilankese che li ha identificati (è una procedura illegale quando ci sono persone che hanno fatto richiesta d'asilo). Non a caso l'avvocato Rosi Losarno, che ha difeso molti di loro, ieri era su tutte le furie. La Commissione inviata a Crotone per esaminare le richieste di asilo politico, ne aveva respinte molte. «E senza permettere agli avvocati di assistere all'audizione - denuncia Losarno - nonostante i profughi lo avessero esplicitamente richiesto». Ma non è finita: l'avvocato aveva fatto ricorso contro la detenzione dei suoi assistiti nel centro di accoglienza Sant'Anna. «Il Sant'Anna è un vero e proprio centro di permanenza - spiega Losarno - Questi ragazzi sono stati trattenuti per oltre trenta giorni, impossibilitati ad allontanarsi e guardati a vista dalla polizia, senza nessuna convalida del magistrato. La prefettura sostiene che non ce n'è bisogno perché si tratta di un centro di `accoglienza', ma è illegale trattenere chiunque, in qualsiasi luogo, per più di quarantotto ore. Il magistrato, comunque, non ha mai fissato l'udienza, e ora è troppo tardi». Intanto ieri il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha firmato il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri che permette l'immediata demolizione delle `carrette del mare': «Questo dimostra che in attesa dell'approvazione della legge - ha dichiarato il vicepremier Gianfranco Fini - il governo si muove con efficacia tanto per l'effettività delle espulsioni che per l'abbattimento dei mezzi di trasporto usati dagli schiavisti». Eppure, viste le notizie sempre più frequenti, sembra che il governo non aspetti l'approvazione della legge neanche per quanto riguarda l'anticipo di alcune norme. Secondo fonti di agenzia, tra l'altro, le espulsioni di ieri sarebbero state decise dal questore senza il pronunciamento del magistrato, sempre necessario, in caso di espulsione con accompagnamento alla frontiera. La legge Bossi-Fini, invece, non prevede alcun intervento del magistrato e per questo sarà necessario inserire un emendamento, che dovrebbe essere presentato dalla stessa maggioranza. Si pensava che la decisione scaturisse dal Consiglio dei ministri di ieri ma, ha spiegato il ministro Alemanno: «la discussione non ha portato ad alcun punto conclusivo».