Un commissario per gli
immigrati MASSIMO GIANNETTI - ROMA
E' stato fatto un "grosso passo avanti per
porre un argine all'invasione", dice soddisfatto il ministro
leghista Castelli uscendo dal consiglio dei ministri che ha
appena decretato lo stato di emergenza contro l'immigrazione
clandestina. Ma è una dichiarazione che rivela solo in parte
quanto è da poco avvenuto a Palazzo Chigi dove, mentre fuori
c'è ancora caldo il cadavere di Marco Biagi ucciso dai
terroristi a Bologna, si è da poco consumato uno scontro
feroce tra la stessa componente leghista e i centristi del
governo. Uno scontro, culminato con la mediazione del premier,
che ha visto il ministro Udc Giovanardi minacciare addirittura
la sua uscita dalla maggioranza qualora il governo avesse
sposato la linea oltranzista del leader del Carroccio Bossi.
Quest'ultimo si era presentato alla riunione pronto ad
incassare il massimo di quanto aveva chiesto, ovvero negare
militarmente ai clandestini di sbarcare sulle coste italiane.
Linea "impraticabile e pericolosa", hanno replicato Giovanardi
e Buttiglione, sponsor delle missive umanitarie del Vaticano,
lasciati però nell'angolo dagli altri ministri. Alla fine, tra
occhiatacce e parole grosse, è avvenuto il parto mediato da
Berlusconi. Che non è affatto una bella creatura. Comunque
sia, bisognerà aspettare qualche ora per capire meglio in che
cosa consiste questo stato di emergenza, bisognerà in altre
parole vedere all'opera il commissario straordinario chiesto e
ottenuto dalla Lega per contrastare gli sbarchi. E' questa,
infatti, la novità forse più importante inserita nel decreto
annunciato dal ministro dell'interno Scajola lunedì scorso,
subito dopo lo sbarco dei mille profughi kurdi a Catania. Allo
stato, il commissario straordinario - il cui nome sarà quasi
sicuramente pescato tra le alte gerarchie militari o tra
esperti di "intelligence" - dovrà appunto coordinare le
"iniziative di contrasto della clandestinità degli stranieri
irregolari". Ai prefetti, il decreto assegna poteri
straordinari. A loro spetterà il compito di realizzare, in
tempi rapidi, nuovi centri di permanenza temporanea per il
trattenimento dei clandestini fino al loro rimpatrio. Inoltre,
dovranno "organizzare in loco l'esame delle domande di
riconoscimento dello status di rifugiato per l'immediata
individuazione degli aventi diritto
all'accoglienza". Insomma, la parola d'ordine, che
Giovanardi lo voglia o meno, è velocizzare tutto. Il governo,
infatti, sempre sotto la spinta estremista del Carroccio,
contestualmente alla dichiarazione dello stato di emergenza ha
chiesto e ottenuto dal parlamento una corsia preferenziale per
il disegno di legge Bossi-Fini, approvato dal Senato nei
giorni scorsi e da ieri approdato in commissione affari
costituzionali della camera. Oggi, in commissione, comincerà
la discussione generale del testo, ma la relatrice del testo
nella mini assise, Isabella Bertolini, di Forza Italia - ha
già tolto dal campo qualsiasi equivoco: la legge è blindata
sui due principi cardine, e cioè il collegamento tra permesso
di soggiorno e contratto di lavoro, e la posizione resta ferma
con i clandestini; si tratta di un impegno preso non solo dal
governo, ma dalla stessa Casa delle libertà davanti agli
elettori. "Altri aspetti invece - ha aggiunto la presidentessa
- sono migliorabili. Per esempio sul capitolo dei
ricongiungimenti, sicuramente accettiamo l'inviato del
cardinale Ruini". Via libera dunque, in tempi rapidi,
all'impiego delle navi militari, alle espulsioni senza appello
degli immigrati irregolari, al raddoppio dei tempi della loro
detenzione nei centri di permanenza. Presto, forse entro
aprile, sarà tutto stabilito per legge. Intanto, però, c'è il
decreto sull'emergenza di ieri che ne anticipa in parte i
contenuti. Il provvedimento, oltre alla revisione della
disciplina in materia di asilo, prevede anche "iniziative con
gli altri Stati dell'Unione europea per fare delle frontiere
italiane la frontiera d'Europa", "il richiamo per
consultazioni degli ambasciatori italiani presso i Paesi da
cui hanno origine i flussi migratori; interventi economici a
sostegno dei Paesi che adottano adeguate politiche di
contenimento del fenomeno migratorio".
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