21 Marzo 2002
 
 
Un commissario per gli immigrati
MASSIMO GIANNETTI - ROMA


E' stato fatto un "grosso passo avanti per porre un argine all'invasione", dice soddisfatto il ministro leghista Castelli uscendo dal consiglio dei ministri che ha appena decretato lo stato di emergenza contro l'immigrazione clandestina. Ma è una dichiarazione che rivela solo in parte quanto è da poco avvenuto a Palazzo Chigi dove, mentre fuori c'è ancora caldo il cadavere di Marco Biagi ucciso dai terroristi a Bologna, si è da poco consumato uno scontro feroce tra la stessa componente leghista e i centristi del governo. Uno scontro, culminato con la mediazione del premier, che ha visto il ministro Udc Giovanardi minacciare addirittura la sua uscita dalla maggioranza qualora il governo avesse sposato la linea oltranzista del leader del Carroccio Bossi. Quest'ultimo si era presentato alla riunione pronto ad incassare il massimo di quanto aveva chiesto, ovvero negare militarmente ai clandestini di sbarcare sulle coste italiane. Linea "impraticabile e pericolosa", hanno replicato Giovanardi e Buttiglione, sponsor delle missive umanitarie del Vaticano, lasciati però nell'angolo dagli altri ministri. Alla fine, tra occhiatacce e parole grosse, è avvenuto il parto mediato da Berlusconi. Che non è affatto una bella creatura. Comunque sia, bisognerà aspettare qualche ora per capire meglio in che cosa consiste questo stato di emergenza, bisognerà in altre parole vedere all'opera il commissario straordinario chiesto e ottenuto dalla Lega per contrastare gli sbarchi. E' questa, infatti, la novità forse più importante inserita nel decreto annunciato dal ministro dell'interno Scajola lunedì scorso, subito dopo lo sbarco dei mille profughi kurdi a Catania. Allo stato, il commissario straordinario - il cui nome sarà quasi sicuramente pescato tra le alte gerarchie militari o tra esperti di "intelligence" - dovrà appunto coordinare le "iniziative di contrasto della clandestinità degli stranieri irregolari". Ai prefetti, il decreto assegna poteri straordinari. A loro spetterà il compito di realizzare, in tempi rapidi, nuovi centri di permanenza temporanea per il trattenimento dei clandestini fino al loro rimpatrio. Inoltre, dovranno "organizzare in loco l'esame delle domande di riconoscimento dello status di rifugiato per l'immediata individuazione degli aventi diritto all'accoglienza".
Insomma, la parola d'ordine, che Giovanardi lo voglia o meno, è velocizzare tutto. Il governo, infatti, sempre sotto la spinta estremista del Carroccio, contestualmente alla dichiarazione dello stato di emergenza ha chiesto e ottenuto dal parlamento una corsia preferenziale per il disegno di legge Bossi-Fini, approvato dal Senato nei giorni scorsi e da ieri approdato in commissione affari costituzionali della camera. Oggi, in commissione, comincerà la discussione generale del testo, ma la relatrice del testo nella mini assise, Isabella Bertolini, di Forza Italia - ha già tolto dal campo qualsiasi equivoco: la legge è blindata sui due principi cardine, e cioè il collegamento tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, e la posizione resta ferma con i clandestini; si tratta di un impegno preso non solo dal governo, ma dalla stessa Casa delle libertà davanti agli elettori. "Altri aspetti invece - ha aggiunto la presidentessa - sono migliorabili. Per esempio sul capitolo dei ricongiungimenti, sicuramente accettiamo l'inviato del cardinale Ruini". Via libera dunque, in tempi rapidi, all'impiego delle navi militari, alle espulsioni senza appello degli immigrati irregolari, al raddoppio dei tempi della loro detenzione nei centri di permanenza. Presto, forse entro aprile, sarà tutto stabilito per legge. Intanto, però, c'è il decreto sull'emergenza di ieri che ne anticipa in parte i contenuti.
Il provvedimento, oltre alla revisione della disciplina in materia di asilo, prevede anche "iniziative con gli altri Stati dell'Unione europea per fare delle frontiere italiane la frontiera d'Europa", "il richiamo per consultazioni degli ambasciatori italiani presso i Paesi da cui hanno origine i flussi migratori; interventi economici a sostegno dei Paesi che adottano adeguate politiche di contenimento del fenomeno migratorio".