15 Marzo 2002
 
 
"Indagheremo su tutto"
LAMPEDUSA L'inchiesta sul naufragio di giovedì si allarga ai soccorsi. Le 12 vittime recuperate seppellite in 4 località
MARINA DELLA CROCE

Un capitolo dell'indagine sul naufragio di giovedì scorso al largo di Lampedusa riguarderà l'ipotesi di reato di omissione di soccorso. E' quanto avrebbe ufficialmente deciso la procura di Agrigento che già indaga, allo stato contro ignoti, per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo. Il capo della procura, Ignazio De Francisci "non conferma né smentisce" l'apertura formale del fascicolo sulle presunte omissioni negli aiuti agli immigrati, ma ribadisce che l'indagine "riguarda tutto l'evento storico". "Faremo accertamenti su tutte le fasi del naufragio", sottolinea, quindi anche per scoprire eventuali colpevoli che potrebbero aver favorito la morte di più di sessanta persone.
I pubblici ministeri Claudio Corselli e Luca Venturi da parte loro completeranno nelle prossime ore l'esame delle trascrizioni delle bobine con le comunicazioni-radio avvenute tra il motopesca di Maraza del Vallo "Elide", che ha soccorso per primo il barcone carico di immigrati, poi colato a picco durante il trainamento, e l'unità della Marina militare "Cassiopea", arrivata nella zona di crisi diverse ore dopo l'Sos, e accusata dal nostromo dell'"Elide", Francesco Giacalone di non aver fatto abbastanza per evitare il naufragio. In particolare di essersi "rifiutata di prendere in consegna" l'imbarcazione soccorsa e agganciata dalla motopesca mazarese a 62 miglia da Lampedusa, dove era stata individuata in avaria nel primo pomeriggio. "La motonave Cassiopea avrebbe dovuto non solo assistere i clandestini, dotando di salvagente le persone che erano in quel guscio di legno, ma soprattutto soccorrerle come prevede il codice della navigazione", sostiene il senatore dei Ds, Costantino Garraffa, esprimendo "a convinzione che la magistratura farà ben presto chiarezza" sul naufragio.
Nei giorni scorsi i magistrati hanno interrogato i pescatori dell'Elide - il motorista, Gaspare Calamusa, avrebbe ridimensionato le accuse mosse inizialmente alla Marina dal suo compagno di equipaggio - prossimamente sarà la volta del comandante della Cassiopea.
Non ha più segreti, intanto, il video-amatoriale girato giovedì pomeriggio dal comandante dell'"Elide", Vito Diodato, e che documenta le prime operazioni di soccorso alla barca. "Si tratta davvero di un documento impressionante", è il commento trapelato ieri dagli ambienti investigativi di Agrigento. "Sul barcone - dice chi ha potuto visionare il video che è agli atti dell'inchiesta giudiziaria - c'erano almeno cinquanta immigrati, tutti ammassati, tutti seduti sul bordo del natante; quei poveretti sorridevano, alcuni facevano cenni di saluto con la mano, pensavano di essere in salvo, e invece poco dopo molti di loro sarebbero stati travolti da un onda e inghiottiti dal mare". Soli dodici i corpi recuperati, tra cui quelli di cinque donne.
I sopravvissuti, lo ricordiamo, sono 11 (gran parte dei quali di diversi paesi africani) 1 dei quali è ancora ricoverato all'ospedale di Trapani. Gli altri 10 da due giorni sono stati trasferiti in un centro di seconda accoglienza di Racalmuto, gestito dal Cir (Consorzio italiano rifugiati) dove ora aspettano la risposta alla richiesta di asilo politico avanzata al governo. Infine, i corpi delle dodici vittime senza nome recuperate in mare avranno finalmente sepoltura. Dopo tanti rifiuti, ieri in un vertice alla prefettura di Agrigento sono stati decisi i luoghi in cui riposeranno: 4 saranno ospitati nel cimitero del paese di Leonardo Sciascia, Racalmuto (il cui sindaco Salvatore Petrotto era stato l'unico amministratore dell'area a renderesi disponibile a cedere dei loculi ai naufraghi) 3 nel cimitero di Agrigento, altri 3 a Sciacca e 2 a Siculiana.