Razzismo e violenza nell'isola più
verde Irlanda. In campagna elettorale, col governo di destra
a rischio, entrano candidati xenofobi ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA
Dopo gli arresti gli attacchi. Dopo il Sinn
Féin gli immigrati. La campagna elettorale nella Repubblica
d'Irlanda si fa sempre più violenta. Dopo l'arresto di uno dei
candidati del Sinn Féin, Martin Ferris, sospettato di far
parte delle squadre di vigilantes (riuniti sotto la sigla
"Genitori preoccupati contro la droga") ma poi rilasciato,
come altri dieci militanti del partito, senza alcuna accusa, è
stata formalizzata la candidatura di due aspiranti
parlamentari che hanno come unico impegno la lotta contro gli
immigrati. La Immigration Control Platform (Icp,
piattaforma di controllo dell'immigrazione) ha infatti
annunciato i nomi dei suoi due candidati: si tratta della
fondatrice del gruppo di chiara impronta razzista, la ex
militante dei Progressive Democrats (attualmente al governo),
Aine Ni Chonaill e di Ted Neville. Ni Chonaill si presenterà
nel collegio di Dublino sud, mentre Neville in quello di Cork
South Central. Unico punto nella loro agenda, l'immigrazione.
Del resto Ni Chonaill si era già presentata alle elezioni del
'97 con la promessa di battersi per un biglietto di controllo
dell'immigrazione. Più in generale il manifesto razzista del
gruppo sostiene che l'Irlanda dovrebbe ritirarsi dalla
Convenzione di Ginevra, negare la cittadinanza ai bambini nati
sul suolo irlandese anche se di genitori stranieri e
velocizzare il rimpatrio di quei richiedenti asilo la cui
domanda è stata respinta. La Immigration Control Platform è
stata fondata nel 1998. I toni adottati dal gruppo sono
apertamente xenofobi e violenti. La ministra all'immigrazione
Liz O'Donnell (dei Progressive Democrats, la stessa formazione
a cui apparteneva Aine Ni Chonaill), soprannominata dal gruppo
"regina dei clandestini", ha portato alla magistratura pacchi
di volantini farneticanti che inneggiano all'odio razziale per
verificare se ci siano gli estremi almeno per una denuncia.
Nei volantini si parla di Irlanda come "colonia dell'Africa" e
di "ospedali ridotti ad essere reparti di maternità per
negri". La ministra ha anche sottolineato che negli ultimi
mesi c'è stato un vistoso aumento di attacchi e aggressioni
razziste, specie nelle aree dove vengono mandati gli asylum
seekers, i richiedenti asilo politico, in attesa di
risposta.Quanto ai sondaggi, il partito repubblicano guidato
da Gerry Adams è l'unico partito del nord che si presenta
anche nella Repubblica ed è considerato una delle formazioni
in crescita anche al sud. Attualmente il Sinn Féin ha un
parlamentare, Caoimhghin O Caolain, anche lui vittima di
pesanti intimidazioni) ma alle prossime elezioni potrebbe
conquistarne, almeno stando ai sondaggi, dai quattro ai sei.
La campagna elettorale, nonostante il tono dimesso, si sta
rapidamente trasformando in una lotta senza esclusione di
colpi. Del resto la posta in palio è estremamente alta, con il
Fianna Fail che attualmente guida un governo di minoranza
grazie all'appoggio di alcuni indipendenti, e che deve
recuperare prestigio e voti dopo la sconfitta nel referendum
sull'aborto della settimana scorsa. Seppure di misura,
infatti, il governo è stato battuto da una strana coalizione
che raccoglieva partiti di sinistra come Sinn Féin e verdi e
di centro come il Fine Gael. Sono in molti a ritenere che
il Sinn Féin dopo queste elezioni (di cui ancora non è stata
fissata la data) si ritroverà non solo con molti deputati in
più al Dail (il parlamento irlandese) ma che sarà anche l'ago
della bilancia per la formazione della futura coalizione di
governo. Il partito di Adams si presenta alle elezioni
politiche nella Repubblica irlandese soltanto dal 1986. Prima
infatti seguiva la pratica dell'astensionismo sia al nord che
al sud.
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