14 Marzo 2002
 
 
"Voto amministrativo agli immigrati? Si può fare"
Dopo le critiche di Ruini, i centristi del Polo riaprono lo scontro sulla Bossi-Fini. E Maroni concede altri ingressi
CINZIA GUBBINI - ROMA

"Non siamo contrari al voto amministrativo per gli immigrati - ha fatto sapere Luca Volontè, capogruppo alla camera dell'Udc - a patto che la questione venga inserita in un progetto complessivo". Ovvero, prove tecniche di un nuovo scontro che i centristi della Casa delle libertà hanno deciso di aprire sul disegno di legge Bossi-Fini che proprio oggi, dopo il via libera del senato nei giorni scorso, approda alla Commissione affari costituzionali della camera. Ovviamente, visto il gigantesco e sottile apparato repressivo che la Bossi-Fini intende mettere in campo, la dichiarazione di Volontè è quasi un pour parler. Ma il riferimento al voto amministrativo - che è il pilastro della campagna dei Ds Fratelli d'Italia - dimostra la volontà degli eredi dello scudo crociato di intaccare il profilo della legge, uscita praticamente intatta dal serratissimo dibattito in senato. Anche perchè, questa volta, c'è l'investitura da parte del presidente della Conferenza episcopale, il cardinale Camillio Ruini.
"Provocazioni", hanno immediatamente attaccato quelli della Lega, per bocca del segretario Giorgetti: "Volontè sta mettendo il piede fuori dalla Casa delle libertà". Il clima si scalda. Eppure la Lega dovrà confrontarsi alla camera con alcuni nodi che vedono alleanze trasversali. Innanzitutto quelli relativi ai ricongiungimenti familiari e ai minori non accompagnati, un problema, questo, molto delicato visto che i ragazzi una volta raggiunta la maggiore età vengono espulsi. "Ne abbiamo parlato proprio ieri - racconta Giampaolo Landi di Chiavenna, responsabile di Alleanza nazionale per l'immigrazione - siamo aperti alla possibilità di concedere un permesso di soggiorno ai ragazzi che hanno seguito un percorso di integrazione sociale e culturale e che non abbiano compiuto reati penalmente rilevanti". Ma non è tutto qui, sul voto amministrativo agli immigrati dichiara: "Ora è troppo presto, ma è indubbio che si tratta di una questione da affrontare. Per esempio per gli immigrati che, dopo sei anni di soggiorno regolare, otterranno la carta di soggiorno". Ma se sul ddl Bossi-Fini la Lega ha deciso di fare la sua battaglia di immagine è lo stesso leghista Roberto Maroni, ministro del Welfare, a doversi scontrare con un fenomeno che non è esattamente "o bianco o nero" come vorrebbero le camicie verdi. Proprio ieri Maroni ha approvato un nuovo decreto per l'ingresso di ulteriori 6.400 lavoratori stagionali stranieri. Facendo perdipiù marcia indietro sulle sue ingegnose trovate: escludere le regioni del centro-sud e permettere l'ingresso soltanto agli stranieri provenienti dai paesi candidati all'adesione all'Unione europea. La Coldiretti ha già fatto sapere che "non bastano". Mentre Giannicola Sinisi (Margherita) gira il coltello nella piaga: "La legge prevede solo 33 mila ingressi per quest'anno, quindi il decreto è incostituzionale. Qualcuno della Lega farà ricorso al Tar?".