"Voto amministrativo agli
immigrati? Si può fare" Dopo le critiche di Ruini, i
centristi del Polo riaprono lo scontro sulla Bossi-Fini. E
Maroni concede altri ingressi CINZIA GUBBINI - ROMA
"Non siamo contrari al voto amministrativo per
gli immigrati - ha fatto sapere Luca Volontè, capogruppo alla
camera dell'Udc - a patto che la questione venga inserita in
un progetto complessivo". Ovvero, prove tecniche di un nuovo
scontro che i centristi della Casa delle libertà hanno deciso
di aprire sul disegno di legge Bossi-Fini che proprio oggi,
dopo il via libera del senato nei giorni scorso, approda alla
Commissione affari costituzionali della camera. Ovviamente,
visto il gigantesco e sottile apparato repressivo che la
Bossi-Fini intende mettere in campo, la dichiarazione di
Volontè è quasi un pour parler. Ma il riferimento al
voto amministrativo - che è il pilastro della campagna dei Ds
Fratelli d'Italia - dimostra la volontà degli eredi
dello scudo crociato di intaccare il profilo della legge,
uscita praticamente intatta dal serratissimo dibattito in
senato. Anche perchè, questa volta, c'è l'investitura da parte
del presidente della Conferenza episcopale, il cardinale
Camillio Ruini. "Provocazioni", hanno immediatamente
attaccato quelli della Lega, per bocca del segretario
Giorgetti: "Volontè sta mettendo il piede fuori dalla Casa
delle libertà". Il clima si scalda. Eppure la Lega dovrà
confrontarsi alla camera con alcuni nodi che vedono alleanze
trasversali. Innanzitutto quelli relativi ai ricongiungimenti
familiari e ai minori non accompagnati, un problema, questo,
molto delicato visto che i ragazzi una volta raggiunta la
maggiore età vengono espulsi. "Ne abbiamo parlato proprio ieri
- racconta Giampaolo Landi di Chiavenna, responsabile di
Alleanza nazionale per l'immigrazione - siamo aperti alla
possibilità di concedere un permesso di soggiorno ai ragazzi
che hanno seguito un percorso di integrazione sociale e
culturale e che non abbiano compiuto reati penalmente
rilevanti". Ma non è tutto qui, sul voto amministrativo agli
immigrati dichiara: "Ora è troppo presto, ma è indubbio che si
tratta di una questione da affrontare. Per esempio per gli
immigrati che, dopo sei anni di soggiorno regolare, otterranno
la carta di soggiorno". Ma se sul ddl Bossi-Fini la Lega ha
deciso di fare la sua battaglia di immagine è lo stesso
leghista Roberto Maroni, ministro del Welfare, a doversi
scontrare con un fenomeno che non è esattamente "o bianco o
nero" come vorrebbero le camicie verdi. Proprio ieri Maroni ha
approvato un nuovo decreto per l'ingresso di ulteriori 6.400
lavoratori stagionali stranieri. Facendo perdipiù marcia
indietro sulle sue ingegnose trovate: escludere le regioni del
centro-sud e permettere l'ingresso soltanto agli stranieri
provenienti dai paesi candidati all'adesione all'Unione
europea. La Coldiretti ha già fatto sapere che "non bastano".
Mentre Giannicola Sinisi (Margherita) gira il coltello nella
piaga: "La legge prevede solo 33 mila ingressi per quest'anno,
quindi il decreto è incostituzionale. Qualcuno della Lega farà
ricorso al Tar?".
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