13 Marzo 2002
 
 
I buchi neri di Lampedusa
Il governo difende l'operato della Marina per il naufragio del 7 marzo, ma la spiegazione non convince Montecitorio. Criticheanche da parte di An
CINZIA GUBBINI - ROMA

Un lungo intervento in aula con un obiettivo evidente. Troppo evidente: difendere l'operato della marina militare a Lampedusa. Ma il sottosegretario per la difesa Francesco Bosi, che ieri ha riferito alla Camera dei deputati sul naufragio in cui venerdì scorso hanno perso la vita più di 50 immigrati, non lesina colpi di scena. E' prorio lui - forse inconsapevolmente - a rivelare un particolare inquietante e che non era ancora balzato agli onori delle cronache: non solo la nave militare Cassiopea ha lasciato le operazioni di soccorso in mano al peschereccio Elide, ma oltretutto l'elicottero a bordo del pattugliatore - informa il sottosegretario - non si sarebbe potuto alzare in volo perché "in avaria". Parole che sono suonate subito ben strane: a nessuno è sfuggito, infatti, che fu proprio l'elicottero della Cassiopea a verificare la presenza in mare di un natante in difficoltà. Ma il dibattito in aula si scalda anche su altri fronti: le critiche rivolte dal cardinal Ruini al disegno di legge Bossi-Fini rinfocolano l'opposizione che si scaglia contro la politica migratoria del governo.
L'intervento di Bosi, dopo aver reso omaggio all'impegno e al coraggio dei pescatori dell'Elide (omaggio condiviso da tutti), parte ricordando che "la salvaguardia della vita umana in mare è un valore proprio della cultura e dell'identità di ogni marineria". Quando finalmente passa alla ricostruzione dei fatti, riferisce che la nave, dopo il ribaltamento della carretta carica di immigrati, ha compiuto le seguenti operazioni: "armamento della motobarca di bordo (la lancia calata in mare circa 10 minuti dopo il naufragio, ndr), attivazione delle procedure per l'immediato decollo dell'elicottero, ammaino lungo le fiancate delle reti di reccupero dei naufraghi, dislocazione in coperta per ottimizzare l'avvistamento di eventuali naufraghi, sgancio in mare di salvagenti collettivi". Domanda (senza risposta): ma questa è la ricostruzione della marina o un accertamento svolto dagli uffici del ministero? Comunque "in conclusione gli accadimenti mostrano la correttezza della condotta della nave Cassiopea", ovviamente "ciò detto resta la piena disponibilità della Difesa nei confronti delle eventuali iniziative giudiziare sull'evento". Niente da fare, Bosi non convince. Per il Ds Ruzzante l'informativa è "burocratica", per Vendola di Rifondazione "non è soddisfacente", Molinari della Margherita commenta: "sembra un mattinale della questura di Agrigento". Il bello è che la ricostruzione di Bosi non convince neanche il deputato di An, Nicolò Cristaldi, che forse perché è stato eletto proprio a Mazara del Vallo decide di andarci giù duro. Innanzitutto fa presente che nessuno lo aveva informato della visita di Scajola a Mazara di due giorni fà e poi aggiunge: "E' positiva la dichiarazione del governo sulla disponibilità ad accertamenti anche giudiziari, perché francamente per la gente diventa difficile comprendere come è possibile intervenire con una barchetta di 170 tonnellate e diventa difficile intervenire con una dieci volte più grande". Ruzzante non può fare a meno di applaudire "se non altro è stato onesto".
E se in aula l'intervento del sottosegretario sui soccorsi a Lampedusa aggiunge dubbi ai dubbi, fuori dall'aula non si placa la polemica contro il ddl Bossi-Fini che proprio fra due giorni approderà in commissione alla Camera. Il capogruppo al Senato del Ccd, Luca Volonté, lo dice chiaramente: "Condividiamo le preoccupazioni del cardinal Ruini, che rispecchiano tra l'altro il pacchetto di emendamenti che avevamo presentato in Senato. Speriamo di trovare alla Camera una mediazione più alta con la maggioranza". La Caritas e l'associazione Migrantes invitano a ritrovare "il senso della comune umanità che era apparso travolto dall'impianto repressivo votato dal senato". Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil da Treviso definisce "orribile" la Bossi-Fini. Le Chiese evangeliche definiscono invece il ddl della maggioranza sull'immigrazione "disumano". "I fatti di Otranto e Lampedusa - dice la coordinatrice del Servizio rifugiati e migranti della Fcei, Annamaria Duprè - dimostrano come un irrigidirsi della difesa delle frontiere senza offrire realistiche alternative all'immigarzione legalecomporta un aumento di arrivi irregolari e di sfruttamento".