Un fiume di suoni
stranieri Più di diecimila a Bologna contro il centro di
detenzione per gli immigrati A. MAS. - BOLOGNA
Da qualche tempo è usanza portare nelle
manifestazioni pentole e coperchi, e sbattendoli fra di loro,
magari con l'ausilio di qualche altro utensile da cucina, si
ottiene un fracasso che può essere variamente ritmato.
Brevettato nelle proteste per il crack argentino di qualche
mese fa, il cacerolazo è divenuto in breve tempo
colonna sonora di cortei e manifestazioni in ogni parte del
mondo. Se a questo ritmo rudimentale si aggiunge quello più
professionale della Banda Roncati, amplificato dai portici
bolognesi che fanno da cassa acustica, la colonna sonora di
tre sound system e qualche djembe e bongo d'immigrati, ecco
che l'impatto sonoro di un corteo di oltre diecimila persone,
qual è stato quello che ieri pomeriggio ha attraversato le vie
del centro di Bologna, si moltiplica così tanto che, come
direbbero da queste parti, la metà sarebbe bastato. A dire
di no al centro di permanenza temporaneo di via Mattei, in via
di ultimazione dopo lo "smontaggio" del 25 gennaio scorso ad
opera dei Disobbedienti che ha costretto al rinvio
dell'inaugurazione (il video dell'azione è stato proiettato
ieri mattina in apertura dell'assemblea nazionale dei Social
forum), sono soprattutto i diretti interessati, immigrati di
varie nazionalità, soprattutto di origine centrafricana (molto
nutrito lo spezzone dell'associazione 3 febbraio). Gli
immigrati aprono il corteo dietro uno striscione con su
scritto "Smontare i lager per costruire la cittadinanza
universale", seguiti dai Disobbedienti. E poi ancora studenti
- tantissimi anche grazie alla concomitanza con la loro
assemblea nazionale, che si concluderà oggi al Teatro
polivalente occupato - Rete Lilliput, Cobas, Arci, Verdi
disobbedienti, Rifondazione comunista, dirigenti regionali e
militanti della Cgil (anche se il sindacato ufficialmente non
ha aderito) e tutte le diverse anime dei Social forum, che
hanno interrotto anch'essi per qualche ora l'assemblea
nazionale per scendere in piazza. Si distingue il Forum
sociale modenese, che ricorda a tutti come la questione dei
centri di permanenza temporanea per immigrati non riguarda
solo il capoluogo emiliano, ma anche città come Modena,
appunto, dove è prevista la nascita di un altro dei quattro
centri destinati ad accogliere gli immigrati in attesa di
espulsione in Emilia Romagna. Per questo il locale Social
forum chiede "un incontro pubblico con la giunta comunale e
con il sindaco Barbolini" e auspica che le autorità locali
abbiano "un ripensamento sul cpt, considerando la possibilità
di una diversa destinazione d'uso della struttura, a fini di
solidarietà sociale". Slogan e striscioni, naturalmente,
anche contro la legge Bossi-Fini appena approvata dal Senato e
per la sanatoria per tutti gli irregolari (e non solo per le
colf come vorrebbe il governo). Qualche momento di tensione
quando un gruppo di ragazzi estrema destra fa il saluto romano
al passaggio del corteo, ma il servizio d'ordine organizzato
dai Social forum impedisce qualsiasi scontro fisico. Il corteo
si conclude a piazza Maggiore, non prima di aver effettuato
una deviazione per sfilare davanti a una prefettura blindata.
Con l'effetto di sdoppiarlo, per un centinaio di metri, in un
"doppio senso di marcia". Chi andava e chi veniva, quasi una
metafora involontaria di via
Mattei,.
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