02 Marzo 2002
"Piccoli criminali subito alla
gogna" TIZIANA BARRUCCI - ROMA
Ragazzini? Macché, veri e propri criminali.
Parola di Roberto Castelli. A pensarla come lui il consiglio
dei ministri che approva il ddl di riforma in materia di
minori: solo magistrati, niente più competenze civili dei
tribunali dei minori, innalzamento delle pene. La parola al
parlamento. La riforma secondo il ministro di Giustizia era
"necessaria" visti soprattutti gli ultimi "drammatici casi di
cronaca di affidamenti familiari e la nostra intenzione di
renderli più rari. Per non parlare della criminalità minorile
che per il Guardasigilli è radicalmente cambiata: "Non si
tratta più di piccoli teppistelli - dice uscito dalla riunione
del consiglio dei ministri - ma ci sono ormai ragazzi che
commettono gravi reati, come gli adulti. Non si possono
trattare come adolescenti che sbagliano, ma come veri e propri
criminali". Allora via libera al restringimento delle
attenuanti da 1/3 a 1/4 prevedendo la possibilità che il
minore, compiuti i 18 anni, sconti la pena in stabilimenti
carcerari per. Il messaggio è chiaro: altro che recupero,
pugno duro, sempre, contro chi disturba la quieta normalità
dei più forti, peccato per tossicodipendenti, immigrati,
prostitute e ora anche piccoli "delinquenti". A giudicare
questi ultimi sarà sempre il tribunale dei minorenni per i
reati di ordine penale, ma ridotto di una unità dei componenti
non togati. Non sarà lo stesso per quanto riguarda la parte
civile. Verranno infatti abolite le competenze civili dei
tribunali per minori, e sarà il giudice ordinario, nelle
sezioni specializzate, a decidere, tra l' altro, sull'
affidamento dei minori, l' adozione, la decadenza della
potestà. La composizione prevista per le sezioni
specializzate, che saranno istituite in ogni tribunale, è solo
di magistrati, quattro per ogni sezione, che assumeranno la
funzione giurisdizionale. Spariranno quindi gli esperti dal
collegio giudicante, che rimarrannosolo consulenti esterni.
Con quali criteri di selezione e su chi cadranno i costi
aggiuntivi resta un mistero. I minori verranno quindi
giudicati da tribunali che si occupano in generale di affari
familiari: come a dire che non vanno considerati soggetti di
diritto. Anche qui l'ideologia interna è semplice e abbastanza
scontata, considerando la cultura della famiglia dominante a
destra. In nome di questa verrà giudicato un ragazzo, adulto
invece per un tribunale penale. Contraria al ddl
l'associazione italiana magistrati per i minorenni e per le
famiglie. Se per il gip al tribunale per i minorenni di Roma
Maria Teresa Spagnoletti sono "incostituzionali" le norme
sulla riduzione delle attenuanti, difende l'operato degli
esperti e punta il dito sull'inasprimento delle pene il
vicepresidente dell'Associazione giudici minorili Vittoria
Randazzo: "Mi meraviglia come vengano cancellati 70 anni di
cultura minorile, non è aumentando la repressione che cambia
il sistema delle cose. Il fatto che i minori sono inseriti
nella criminalità organizzata è ormai una realtà. Bisogna
puntare sulla prevenzione. Chiederemo di essere ascoltati in
commissione giustizia troveremo il modo di farci sentire".
Promette battaglia in parlamento anche l'opposizione. Per il
verde Cento si tratta di norme "pericolose e contro
producenti", mentre secondo l'ex ministro per la Solidarietà
Sociale Livia Turco "è l'ennesimo provvedimento che vuole
cavalcare le presunte paure dei cittadini. Non è vero che
siamo di fronte ad un aumento della criminalità minorile -
dice -è vero invece che l'opinione pubblica è colpita da
alcuni casi clamorosi di omicidi compiuti da minorenni,
peraltro adeguatamente puniti. Esiste invece - prosegue la
parlamentare diessina- il problema dei minori stranieri non
accompagnati che possono essere ricattati e usati dalla
criminalità. Esiste la povertà minorile che rende facile alla
criminalità arruolare ragazzini. Che c'entra tutto questo con
l'aumento delle pene per i ragazzi?".
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