"Siamo
delusi" BOSSI-FINI L'Acnur e la Caritas criticano la legge
CI.
GU. - ROMA
Un giudizio netto quello della Caritas sul
disegno di legge Bossi-Fini approvato giovedì dal senato: "La
legge non salvaguarda i diritti e i doveri della persona
immigrata ma considera l'immigrato solo come un lavoratore
temporaneo necessario e utile all'azienda-Italia". Parole di
don Giancarlo Perego, responsabile dell'area nazionale della
Caritas, che ieri ha commentato il testo di legge sul Servizio
informazione religiosa promosso dalla Cei. Per questo chiede
che alla camera, dove il ddl dovrebbe approdare ad aprile, di
porre maggiore attenzione ai temi "dei minori, dei rifugiati,
della regolarizzazione di tutto il mondo del lavoro nero, non
solo delle colf". Una risposta esauriente a chi, come
D'Onofrio del Cdu, sbandiera le aperture del quotidiano
"Avvenire" lasciando intendere una complicità del mondo
cattolico con l'indirizzo del governo in materia di
immigrazione. Qualche perplessità viene anche da
Confindustria che chiede "maggiore flessibilità" soprattutto
nel rapporto con le realtà locali nonostante consideri
intoccabile la loro gestione centralizzata. Lo ha dichiarato
Guidalberto Guidi, consigliere incaricato di Confindustria per
le relazioni industriali. "Non intendo suggerire nulla ai
sentaori", ha specificato Guidi, confermando la nuova linea di
Confindustria, molto più "soft" che nella passata legislatura.
Ma i toni pacati di Guidi vengono azzerati dai toni ben più
decisi del governatore della Lombardia, Formigoni, e del
presidente degli industriali del Veneto, Rossi-Luciani per i
quali la legge va benissimo ma pretendono sia riconosciuto
potere maggiore alle regioni nella gestione dei flussi
migratori. Inequivocabile il giudizio dell'Alto
commissariato dell'Onu per i rifugiati (Acnur): "Siamo rimasti
molto delusi - commenta Laura Boldrini dell'Acnur - abbiamo
consigliato emendamenti affinché la parte della legge
sull'asilo politico sia conforme agli standard minimi per la
tutela dei rifugiati. Purtroppo sono stati ignorati". Intanto
l'opposizione, compatta, promette battaglia alla camera dei
deputati, ma è sempre più evidente che il governo non aspetta
il nulla osta del parlamento per inasprire le politiche
migratorie. Dopo le retate dei giorni scorsi ieri sono state
rimpatriate altre 127 ragazze nigeriane. Delle 35 rinchiuse
fino a qualche giorno fa nel cpt di Trapani, e per cui il
Forum sociale sicilaino ha ingaggiato una dura battaglia, 15
si sono "salvate" chiedendo asilo politico, ha dichiarato il
Viminale. Per tutte le altre, però, il rimpatrio è stato
imposto nonostante esista un articolo della legge 40 che
permette la regolarizzazione delle prostitute che dichiarino
di voler uscire dal circuito di sfruttamento. L'Arci, intanto,
lancia una campagna per illustrare agli immigrati "le
conseguenze sulla loro esistenza del ddl Bossi-Fini e gli
strumenti con cui difendersi".
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