19 Febbraio 2002
 
 
  HOME PRIMA PAGINA
Gb, polemiche sull'incendio a Yarl's Wood

Sono ancora molti i punti oscuri e i dubbi sull'incendio che giovedì notte ha praticamente distrutto metà del centro di detenzione più grande d'Europa, quello di Yarl's Wood a Bedford. Intanto, ed è certamente l'aspetto più angosciante, rimane incerta la sorte di 25 asylum seekers ancora "dispersi". La polizia ha i dichiarato di ritenere più probabile l'ipotesi della fuga delle 25 persone. Ma i vigili del fuoco nella serata di ieri ancora non erano riusciti a compiere tutti i rilievi necessari all'interno delle macerie del centro per escludere la possibilità che qualcuno dei detenuti possa essere rimasto vittima dell'incendio. L'altro punto da chiarire, come sottolinea anche George Binette, segretario del comitato per la difesa degli asylum seekers, è quello che riguarda "le dichiarazioni di alcuni vigili del fuoco che hanno criticato la polizia e la direzione di Group 4 (la compagnia privata che gestisce il centro di Yarl's Wood, ndr)". Secondo queste dichiarazioni, infatti, l'intervento dei vigili sarebbe stato in qualche modo ostacolato. "Quello che bisogna chiarire - dice Binette - è se davvero sia stato impedito o ritardato l'ingresso dei vigili del fuoco all'interno del centro e se ci fossero persone ancora intrappolate nell'edificio". Gravissimo poi il fatto che il centro (costato 100 milioni di sterline e presentato all'inaugurazione dello scorso novembre come un modello per i futuri centri) non fosse dotato di sistema antincendio automatico. Nonostante le raccomandazioni dei vigili del fuoco, che già in passato ne avevano sottolineato la mancanza, Group 4 non aveva provveduto a far installare nemmeno i rubinetti da cui ricevere acqua in caso di emergenza. Il sistema di bocchettoni sarebbe costato meno di sessanta milioni di lire. Ieri sera i comitati locali per la difesa degli asylum seekers e per la chiusura dei centri di detenzione hanno organizzato una manifestazione davanti a quel che rimane di Yarl's Wood. "E' importante comprendere - dice George Binette - che Yarl's Wood è un luogo di detenzione che ha un sistema di sicurezza uguale a quello di un carcere di categoria B. Il fatto che, nonostante i precedenti, sia stata affidata a Group 4 la gestione del centro e che la stessa compagnia privata non aveva provveduto almeno fino a metà gennaio a istruire né il proprio personale, poco qualificato e sottopagato, né tantomeno i detenuti, sulle procedure da seguire in caso di incendio, la dice lunga su una tragedia che era senza dubbio annunciata". L'Home Office, il ministero degli interni, aveva inizialmente dichiarato che i detenuti rinchiusi a Yarl's Wood erano tutti in attesa di essere rimpatriati, dopo che era stato rifiutato loro asilo o perché erano immigrati clandestini. I comitati hanno contestato queste affermazioni sottolineando che alla maggior parte dei detenuti non solo non era stato rifiutato l'asilo, ma addirittura per alcuni di essi l'iter non era nemmeno cominciato. "Sono a conoscenza di almeno un caso di asylum seeker che proprio domani avrebbe dovuto presentarsi in tribunale per un'udienza d'appello", aggiunge Binette. (o.c.)


PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE