Gb, polemiche sull'incendio a
Yarl's Wood
Sono ancora molti i punti oscuri e i dubbi
sull'incendio che giovedì notte ha praticamente distrutto metà
del centro di detenzione più grande d'Europa, quello di Yarl's
Wood a Bedford. Intanto, ed è certamente l'aspetto più
angosciante, rimane incerta la sorte di 25 asylum
seekers ancora "dispersi". La polizia ha i dichiarato di
ritenere più probabile l'ipotesi della fuga delle 25 persone.
Ma i vigili del fuoco nella serata di ieri ancora non erano
riusciti a compiere tutti i rilievi necessari all'interno
delle macerie del centro per escludere la possibilità che
qualcuno dei detenuti possa essere rimasto vittima
dell'incendio. L'altro punto da chiarire, come sottolinea
anche George Binette, segretario del comitato per la difesa
degli asylum seekers, è quello che riguarda "le
dichiarazioni di alcuni vigili del fuoco che hanno criticato
la polizia e la direzione di Group 4 (la compagnia privata che
gestisce il centro di Yarl's Wood, ndr)". Secondo
queste dichiarazioni, infatti, l'intervento dei vigili sarebbe
stato in qualche modo ostacolato. "Quello che bisogna chiarire
- dice Binette - è se davvero sia stato impedito o ritardato
l'ingresso dei vigili del fuoco all'interno del centro e se ci
fossero persone ancora intrappolate nell'edificio". Gravissimo
poi il fatto che il centro (costato 100 milioni di sterline e
presentato all'inaugurazione dello scorso novembre come un
modello per i futuri centri) non fosse dotato di sistema
antincendio automatico. Nonostante le raccomandazioni dei
vigili del fuoco, che già in passato ne avevano sottolineato
la mancanza, Group 4 non aveva provveduto a far installare
nemmeno i rubinetti da cui ricevere acqua in caso di
emergenza. Il sistema di bocchettoni sarebbe costato meno di
sessanta milioni di lire. Ieri sera i comitati locali per la
difesa degli asylum seekers e per la chiusura dei
centri di detenzione hanno organizzato una manifestazione
davanti a quel che rimane di Yarl's Wood. "E' importante
comprendere - dice George Binette - che Yarl's Wood è un luogo
di detenzione che ha un sistema di sicurezza uguale a quello
di un carcere di categoria B. Il fatto che, nonostante i
precedenti, sia stata affidata a Group 4 la gestione del
centro e che la stessa compagnia privata non aveva provveduto
almeno fino a metà gennaio a istruire né il proprio personale,
poco qualificato e sottopagato, né tantomeno i detenuti, sulle
procedure da seguire in caso di incendio, la dice lunga su una
tragedia che era senza dubbio annunciata". L'Home Office, il
ministero degli interni, aveva inizialmente dichiarato che i
detenuti rinchiusi a Yarl's Wood erano tutti in attesa di
essere rimpatriati, dopo che era stato rifiutato loro asilo o
perché erano immigrati clandestini. I comitati hanno
contestato queste affermazioni sottolineando che alla maggior
parte dei detenuti non solo non era stato rifiutato l'asilo,
ma addirittura per alcuni di essi l'iter non era nemmeno
cominciato. "Sono a conoscenza di almeno un caso di asylum
seeker che proprio domani avrebbe dovuto presentarsi in
tribunale per un'udienza d'appello", aggiunge Binette.
(o.c.)
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