02 Febbraio 2002
Seguendo la flotta
LUIGI PINTOR
La marina militare è un'arma nobile,
forse la più nobile tra tutte, senza voler far torto all'aviazione e alla
fanteria. Gli ammiragli hanno bellissime divise bianche, gli equipaggi
si schierano impeccabili sul ponte al fischio dei nostromi (?), in guerra
si autoaffondano quando è il caso di salvare l'onore e i comandanti si
inabissano con la nave.
Ora questa nobile arma scende al rango, anch'esso peraltro rispettabile,
delle guardie di finanza e delle motovedette che vigilano sul contrabbando
di sigarette. Cacciatorpediniere e fregate e forse anche sommergibili
incroceranno a mezza costa per intercettare i battelli carichi di extracomunitari
prima che raggiungano le coste adriatiche e ioniche.
L'annunciatore televisivo garantisce che la nostra flotta non prenderà
a cannonate gli ospiti indesiderati e ci crediamo. Farà perquisizioni
e opera di dissuasione e magari prenderà a bordo donne e bambini com'è
nella migliore tradizione marinara. Nel buio della notte, col mare in
tempesta, potrà sempre capitare uno speronamento involontario, lo scafista
colto in flagrante volgerà la prua contro l'incrociatore, è già successo
a suo tempo nel canale di Otranto. Ma eventualmente sarà una disgrazia.
Quando lo schiavismo era in voga, non per iniziativa di mafiosi levantini
ma come modo di produzione occidentale (recentemente ci siamo scusati
con l'Africa nera per la capanna dello zio Tom), le flotte con bandiere
imperiali esercitavano anch'esse un controllo sulle navi negriere, che
sebbene giovassero alla coltivazione del cotone americano come oggi a
quella dei pomodori o dei frigoriferi lombardo-veneti, non rispettavano
i diritti umani. Avvistata la bandiera di sua maestà, i negrieri si disfavano
velocemente del loro carico illegale legando i clandestini alla catena
dell'àncora così che si inabissassero senza lasciar traccia. Un metodo
molto scientifico, che abbiamo visto al cinema in tanti bei film.
Non so. Se fossi un ammiraglio mi rifiuterei di fare il poliziotto costiero,
farei un esposto al ministero e se non fossi ascoltato mi farei una divisa
scura. Una cosa è setacciare il golfo persico per impedire la fuga di
bin Laden e perquisire i pescherecci con la Garibaldi (per quanto non
è come la battaglia di Lepanto), un'altra cosa è puntare il cannocchiale
su una zattera di curdi alla deriva. L'ho già detto altre volte, io credevo
alla dignità militare e sono deluso.
Ogni tanto si discute su quanta dose di fascismo in senso proprio ci sia
nella nostra destra di governo. Quest'uso della marina militare, questa
nostra prestazione nelle acque del mare nostrum, dà torto ai pessimisti.
Italo Balbo, tanto per dire, trasvolava l'atlantico e non avrebbe mai
ridotto un popolo di navigatori come il nostro a netturbino marittimo.
Oggi la dose di cialtroneria è per fortuna prevalente.
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