02 Febbraio 2002
"Contro i Cpt"
BOLOGNA I sindaci di Rimini e Modena dalla parte dei
"disobbedienti"
Tre centri Il centrosinistra emiliano sconfessa se stesso e si schiera
contro l'apertura delle strutture di detenzione per immigrati SARA
MENAFRA
Si discute e molto in Emilia Romagna
sulla questione dei Cpt. Dopo l'azione di "smontaggio" del centro di via
Mattei messa in atto venerdì scorso dai Disobbedienti, per tutta
la settimana si sono susseguite le prese di posizione da parte di vari
esponenti del centro sinistra emiliano-romagnolo sulla ipotesi che in
regione vengano messi in funzione tre centri di permanenza temporanea
per immigrati in attesa di espulsione. Fra le tante dichiarazioni susseguitesi
durante l'ultima settimana, alcune delle quali sono emerse anche ieri
sera durante l'assemblea organizzata dal Bologna social forum presso il
Teatro polivalente occupato, spicca quella del sindaco di Rimini, Alberto
Ravaioli, che alcuni giorni fa ha dichiarato di essere assolutamente contrario
alla proposta del ministero dell'interno, che vorrebbe proprio nella città
romagnola il terzo Cpt previsto per la regione. Quasi contemporaneamente
anche il sindaco di Modena Giuliano Barbolini si è detto disposto a un
blocco temporaneo dei lavori di costruzione del Cpt modenese. Una dichiarazione
che colpisce dato che solo un mese fa il comune di Modena aveva presentato
pubblicamente il progetto del centro di permanenza in costruzione spiegando
che la struttura sarebbe stata "dotata dei maggiori comfort possibili".
Il primo ad aprire la strada alla possibilità di ridiscutere la presenza
dei Cpt in Emilia Romagna era stato venerdì scorso il presidente della
regione Vasco Errani che aveva parlato della "necessità di un chiarimento
sul ruolo che questa struttura deve svolgere di fronte a una proposta
di legge che non condividiamo" chiedendo al ministero dell'interno, responsabile
unico della gestione e della costruzione dei Cpt, di bloccare tutti i
progetti. "E' positivo che il centrosinistra stia ripensando alle decisioni
prese in materia di immigrazione mentre erano al governo. Ma in realtà
i Cpt nella nuova legge mantengono la stessa funzione che avevano nella
prima" A parlare è Sergio Briguglio, esperto di politiche sull'immigrazione
e autore di uno dei siti più aggiornati sul tema (http://briguglio.frascati.enea.it).
Nel ddl Bossi Fini i centri di permanenza temporanea diventano luoghi
di detenzione sia amministrativa che penale (il reato diventerebbe penale
solo se reiterato) in cui gli immigrati in attesa di espulsione possono
essere trattenuti 60 giorni anziché 30. La detenzione, però, riguarderebbe
sia i "clandestini" che coloro che richiedono asilo all'Italia. Quelli
che cambiano e molto sono invece i costi della nuova legge se è vero che,
come riferisce la Relazione tecnica della commissione bilancio del Senato,
una volta che tutti i centri di detenzione previsti saranno a regime (3.800
posti entro il 2004) il costo di gestione annuale sarà di 91,41 milioni
di euro all'anno. "Dato che la detenzione per 60 giorni e l'accompagnamento
nel paese di origine costeranno allo stato 9 milioni per persona - conclude
Briguglio - mi chiedo perché questi soldi non possano essere utilizzati
per costruire dei canali di ricerca di lavoro qui".
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