16 Ottobre 2001
 
 
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Morta clandestina
Crotone, ultimo sbarco: 416 sopravvissuti

Per sette giorni hanno viaggiato chiusi dentro la stiva di una nave, senza acqua né cibo, ma senza neanche aria sufficente per tutti. 416 profughi, la maggior parte dei quali di origine kurda, sono stati tratti in salvo domenica notte dalla Guardia di finanza che li ha condotti fino in porto a Crotone. Quando i militari sono saliti a bordo della "Akcan I", una motonave di una sessantina di metri, hanno aperto la stiva e hanno trovato in mezzo ai profughi anche il corpo senza vita di una giovane donna, probabilmente incinta. A ucciderla sono stati gli stenti e le sofferenze patite durante il viaggio. La polizia ha fermato quattro uomini, tutti turchi, sospettati di far parte dell'equipaggio.
Partita una settimana fa dalla Turchia, la "Akcan I" era stata avvistata domenica nella acque antistanti le coste calabresi. I profughi, 315 uomini, 39 donne e 62 bambini, erano stati chiusi nella stiva, "blindata" a sua volta da grandi lastre di acciaio unite tra loro da cavi in acciaio. "All'interno l'aria era irrespirabile, non avevo mai visto niente di simile" ha riferito il medico della questura di Crotone, uno dei primi soccorritori. Tutti i profughi sono stati trasportati nel centro d'accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto, tranne otto ricoverati in ospedale per problemi cardiovascolari.
Livia Turco, ex ministro della solidarietà sociale, ha lanciato strali di fuoco all'indirizzo del governo. "Questo governo - ha detto - ha licenziato una legge che aumenta la clandestinità ed è disumana nei confronti dei regolari. Una legge - ha sottolineato - che non ha tenuto contro del monito della Chiesa, decisa senza consultare né associazioni, né sindacati, e che ha raccolto il parere contrario della metà delle regioni italiane. Un governo che continua a fare propaganda come se fosse all'opposizione dimenticando che il suo dovere è quello di governare".


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