28 Giugno 2001
 
 
Razzismo quotidiano
Senegalese, ha difeso un fornaio aggredito da italiani. E' stato accoltellato a morte
GIORGIO SALVETTI

Un ragazzo senegalese la sera del suo trentesimo compleanno decide di fare una passeggiata e di andare a comprarsi un pezzo di pane caldo dal fornaio. Davanti al forno incontra quattro ragazzotti poco più che ventenni che disturbano il proprietario del negozio, tenta di fermarli e si prende quindici coltellate. Pare che sia andata proprio così lunedì notte intorno alle due in una panetteria di Rimini a Sarr Gaye Samba Diouf. Il giovane senegalese vrebbe potuto farsi i fatti suoi, pensare "è una rissa tra bianchi, cose loro". Invece ha preso le difese del più debole, il fornaio vessato non per la prima volta da quella banda di ragazzetti. Ed è morto.
Già da qualche tempo, infatti, i quattro ragazzi erano stati visti disturbare quel panettiere e lo avevano costretto a fare intervenire in più di una occasione polizia e carabinieri. L'altra notte sono tornati due volte davanti al negozio. "Facci un panino" hanno gridato al fornaio, Vincenzo Casadio, 51 anni, che di notte a Rimini sforna pane caldo, spianata e cornetti. I ragazzi erano esagitati, urlavano si spintonavano e avevano cominciato a tirarsi addosso pezzi di pane e di pasta, avevano cominciato a bersagliare anche il fornaio. Il giovane senegalese ha cercato di difendere il negoziante, è intervenuto per calmarli, ha chiesto ai ragazzi di smetterla. "State calmi, c'ero prima io, tocca a me prendere il panino", dice. "Fatti i fatti tuoi, non rompere", si è sentito rispondere.
Sarr Gaye Samba Diouf però non se n'è andato, a quel punto è scoppiata la lite, uno dei giovani ha reagito fuoriosamente, ha preso dal bancone un lungo coltello di quelli che servono per preparare i panini e ha colpito il giovane africano uccidendolo con una raffica di almeno quindici colpi. Il senegalese si sarebbe accasciato per poi rialzarsi, ma a quel punto sarebbe stato nuovamente colpito. Dopo la violenta aggressione, diversi testimoni hanno visto i ragazzi salire sui loro scooter e andarsene. Secondo le prime ricostruzioni, a colpire sarebbe stato solo uno dei ragazzi e pare che qualcuno del gruppo abbia tentato di fermarlo. Ma l'aggressione è stata improvvisa e violenta.
Visibilmente sporco di sangue c'è solo un coltello, ma su alcuni tavoli e sul bancone ce n'erano altri ancora più affilati su cui sono in corso gli accertamenti della polizia scientifica.
Già nel pomeriggio di ieri il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, commentando l'accaduto, aveva rivelato che le indagini erano sulla buona strada e che la polizia presto sarebbe stata in grado in grado di individuare i colpevoli. Nel corso della serata quattro ragazzi sono stati portati alla questura di Rimini dove sono stati interrogati dal pubblico ministero Marino Cerioni. Uno di loro si sarebbe presentato spontaneamente, gli altri tre sono stati rintracciati dai carabinieri.
"Ma questo non cancella il dolore per una giovane vita brutalmente strncata. Sono umanamente costernato - ha detto il sindaco Ravaioli - un ragazzo di colore ha perso la vita per un alterco, per un diverbio, che se la tragicità dei fatti non velasse tutto e non rendesse difficili anche le parole, potrebbe definirsi banale". La banalità sembra però rendere quanto accaduto ancora più incomprensibile.
Sarr Gaye Samba Diouf viveva in Italia regolarmente, aveva permesso di soggiorno e residenza a Milano ma ormai da qualche tempo abitava a Rimini dove conviveva con un connazionale e dove da tempo lavorava in una cooperativa che fornisce una catena di distribuzione di generi alimentari.

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