da "Il Manifesto"

16 Giugno 2001

L'imbarazzo dell'Ulivo

Caso Iohan, il centrosinistra tra silenzi e autocritica

LUCA FAZIO

 

"Ecco le immagini della vergogna", dice il Tg1. Così si chiude il servizio sul ritrovamento della nave affondata nel canale di Sicilia. Chi e perché (oltre ai media) dovrebbe provare vergogna per quel relitto pieno di scheletri? Difficile tornare senza imbarazzo a quei giorni in cui tutti alzarono le spalle davanti a una delle più grandi tragedie del Mediterraneo. Livia Turco, ex ministro per la solidarietà del governo Prodi, adesso ammette che "avremmo dovuto avere il coraggio di vivere quel fatto come un dramma". Certamente il governo non ha colpa per il naufragio di quella nave. Un intervento di soccorso si sarebbe dovuto limitare ad un semplice atto di solidarietà, eppure Livia Turco parla ancora come se fosse al governo e dovesse difendere l'Ulivo non per il mancato intervento ma dall'accusa di essere troppo morbido con gli immigrati. "Sicuramente noi non potevamo non avere una linea ferma sull'immigrazione clandestina...". Gloria Buffo, parlamentare diessina, è convinta che sia arrivata l'ora di cambiare tono e smettere di essere sulla difensiva: "Credo che a volte abbiamo rinunciato a far capire alla gente che per affrontare la questione dell'immigrazione non c'è solo la strada dell'amministrazione. Non abbiamo saputo tenere alta la bandiera dei diritti e della dignità delle persone e tutto ciò ha aperto le porte alle idee della destra". Tana De Zulueta, la parlamentare diessina che dopo la tragedia presentò un'interrogazione parlamentare, ricorda con amarezza un altro servizio Rai, intitolato Naufragio fantasma e mandato in onda a mezzanotte. Tana De Zulueta parla d'istinto, di una reazione che non c'è stata né a livello giornalistico - "solo il manifesto ha voluto vedere" - né a livello politico. "Anche tra i miei colleghi c'è stata una sostanziale sottovalutazione di quell'evento - ricorda - e io avevo detto loro che quella tragedia era talmente grave che prima o poi ci sarebbe tornata addosso. E' pericoloso quando una comunità nazionale ha questi momenti di cecità collettiva: significa che di fronte a un fenomeno complesso come l'immigrazione scattano meccanismi di autodifesa molto pericolosi". Ricorda un altro titolo Tana De Zulueta, "era un editoriale uscito su un quotidiano indiano: Che cosa importa?". Giovanni Russo Spena, parlamentare del Prc, ieri ha presentato un'interrogazione urgente al presidente del consiglio Berlusconi sul ritrovamento del relitto. Russo Spena non è tenero con chi fece finta di nulla. "Da questo terribile episodio emerge una certezza, e cioè che la tragedia dei naufraghi fantasmi del 1996 è figlia dello stesso clima di rimozione e isterismo contro gli immigrati nel quale maturò la tragedia della Kater I Rades, affondata dalla nave militare italiana nel canale di Otranto. Le responsabilità politiche e governative sono chiarissime". Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato dell'Asgi (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione), siciliano, parla di cultura dell'indifferenza ma non pensa solo ai pescatori di Porto Palo che per mesi, in silenzio, hanno pescato resti umani. "Al sud non c'è razzismo ma domina l'indifferenza, del resto il clandestino è considerato una non persona anche dalle istituzioni". E se qualcuno si fa sentire non è certo perché spinto da scopi umanitari. "In questi giorni a Pantelleria - spiega - ci sono timidi segnali di resistenza da parte della popolazione perché il governo ha in progetto un centro di permanenza temporanea, ma protestano perché temono per il turismo".