da "Il Manifesto"

12 Aprile 2001

"Sentenza positiva"

Commenti favorevoli alla decisione della Corte costituzionale sui centri di detenzione

CINZIA GUBBINI - ROMA

"Cerco sempre di cogliere gli aspetti positivi delle sentenze, e, sinceramente, mi sembra che in questo caso ce ne siano". L'avvocato bolognese Nazzarena Zorzella, che si occupa da anni dei diritti degli immigrati, commenta così la decisione della Corte costituzionale sui centri di permanenza temporanea. La sentenza, lo ricordiamo, stabilisce una nuova interpretazione di alcuni commi degli articoli 13 e 14 del testo unico 286 sull'immigrazione. In pratica, la Consulta riconosce che i giudici possono intervenire, nel momento in cui convalidano il trattenimento dello straniero nei centri di detenzione, anche sull'espulsione con accompagnamento forzato alla frontiera, riconosciuta come lesiva della libertà personale. Proprio ieri, tra l'altro, il centro di detenzione siciliano "Vulpitta" è stato chiuso di nuovo per ristrutturazione: giovedì scorso alcuni immigrati si erano rifiutati di essere trasportati all'aeroporto, e l'espulsione era stata rimandata. "E' importante che la Corte abbia riconosciuto questi principi, visto che qualcuno ha sostenuto che l'accompagnamento forzato restringe soltanto la libertà di circolazione - continua Zorzella - importante è anche il pronunciamneto della Consulta circa i 20 giorni di reclusione. La Corte sembra dire implicitamente che il giudice deve accertare se i giorni di reclusione sono quelli 'strettamente necessari'. Per ora, invece, sembra quasi un diritto della questura quello di chiedere addirittura la proroga dei 10 giorni". La sentenza apre anche un nuovo capitolo: se l'accompagnamento forzato lede la libertà personale, i giudici devono pronunciarsi anche quando l'espulsione è immediata? Se l'immigrato non viene trattenuto nei centri, infatti, il giudice non viene neanche interpellato. "Questo era un aspetto di cui la sentenza non si poteva occupare - spiega Vittorio Angiolini, docente di diritto costituzionale alla Statale di Milano - per farlo sarebbe necessario che uno straniero espulso faccia ricorso dall'estero, e che il giudice competente esponga alla Corte dubbi di legittimità costituzionale sul caso. Comunque la sentenza è importante, non è irrilevante il fatto che sia 'interpretativa di rigetto', vuol dire che i giudici di Milano ricorrendo alla Corte hanno posto problemi seri". "Effettivamente dalla legge sembrava di capire che non ci potesse essere alcun intervento del giudice sull'accompagnamento forzato - dice Mirko Mazzali, avvocato di Milano - nonostante questo fosse, di fatto, pazzesco. Quindi la sentenza è importante. Adesso bisognerà vedere come funzionerà, basti pensare che in genere la questura presenta moduli prestampati al momento della richiesta di convalida del trattenimento, che è tutto tranne che una motivazione. Quindi, per attuare pienamente la sentenza, dovrebbe cambiare qualcosa nell'attuale gestione".