da "Il Manifesto"

01 Aprile 2001

L'inferno Apoff

Eboli, 300 immigrati in un'ex fabbrica

DILETTA DESIO

Sono le 22. Sull'asfalto c'è un cadavere, il terzo nelle ultime tre settimane. E' quello di Bougrioua Ahmed, 32 anni, algerino. Come gli altri immigrato, clandestino. Morti atroci: omicidi consumati nel buio dell'ex ditta Apoff, una sorta di terra di nessuno dove 300 nordafricani stentano a vivere. E' ancora mistero sull'accaduto. Investito dicono le prime voci. Assassinato è la versione dei carabinieri di Eboli. E' notte. Come un fiume, centinaia di marocchini si riversano in strada: schizzano oltre i cancelli che danno accesso a quello che fino a qualche anno fa era il mercato ortofrutticolo di San Nicola Varco. Non si curano delle macchine che sfrecciano. Uno di loro viene investito. Si chiama Mustafa Ikoufane, 35 anni, algerino. Il conducente dell'auto si ferma per soccorrerlo ma rischia il linciaggio e si ripara in un bar sulla strada. Intanto il nome di Allah vola di bocca in bocca. Spaventati e impazziti: "Niente acqua, niente elettricità, niente rete fognaria - ripetono - Niente legge". Alle unità di soccorso viene impedito l'accesso allo stabilimento industriale. Il cadavere resta in terra due ore. In più momenti si sfiora la rivolta. Poi il corpo viene portato via. All'Apoff, a suo tempo costata ben oltre 45 miliardi di lire, tra il fango e il cemento torna l'inferno di sempre. La cronaca ricorda le vittime delle scorse settimane. Rahl Haiossa, 24 anni marocchino, è stato ucciso a colpi di mattone. Pochi giorni prima, il corpo di un connazionale scambiato per un sacco della spazzatura era stato travolto dalle auto in corsa. Una decina gli automobilisti ignari lo avevano maciullato. Giallo anche in quel caso. L'uomo era stato ucciso e poi gettato in strada o era stato investito? Il fatto era avvenuto più a nord dell'ex Apoff, lungo la fascia costiera. Nella Piana del Sele, sono stati contati circa 1500 immigrati clandestini. Qui l'amministrazione sta lavorando per costruire un centro d'accoglienza. Massimo Cariello, assessore alle politiche sociali e alla solidarietà del comune di Eboli però non si arrende alla soluzione più semplice: l'espulsione. "Da domani in accordo con l'Asl - racconta - un'unità mobile di pronto soccorso visiterà tutte le aree a rischio. Il servizio sarà effettuato tre volte a settimana. Un'equipe di personale medico qualificato fornirà assistenza sanitaria a chiunque ne abbia bisogno. Chiediamo l'aiuto della prefettura di Salerno: senza il rispetto della legalità ogni opera sarà vana". Con il comune di Eboli collabora anche la Cgil di Salerno. Ogni settimana un gruppo di volontari scende nei punti di incontro degli extracomunitari per aiutarli e informarli dei loro diritti: "Sono stati tesserati al sindacato cira trecento clandestini - dichiara Anselmo Botte della Cgil, sostenuto dal centro sociale Asilo Politico di Salerno - La nostra speranza è di regolarizzarli con una prossima sanatoria". Alle riunioni fa da mediatore con le istituzioni Maruff, in Italia da un anno. Si fa più viva l'att enzione della provincia e della regione Campania. "Agli immigrati riserveremo tutta l'accoglienza di cui siamo capaci - sospira Cariello - i corsi di alfabetizzazione e lo sportello informativo sono sempre attivi". Ma su San Nicola Varco anche oggi calerà la notte. E regnerà ancora la tensione.