da "Il Manifesto"

15 Marzo 2001

Residence Roma: 2 anni, muore tra le fiamme

MA. GI. - ROMA

E' morta carbonizzata ai margini del "ghetto", Carmela, due anni compiuti a gennaio, figlia di senza fissa dimora, uccisa dalle fiamme (innescate forse da un fornello a gas) che hanno divorato in pochi minuti la roulotte in cui dormiva. Questa era parcheggiata davanti al "Residence Roma", in via di Bravetta, una sorta di mega albergo dei poveri composto da diversi fabbricati, dove vive e prospera il disagio di chi non ha una casa e spesso neanche un lavoro. Carmela non abitava lì, ma i suoi genitori, venuti dalla Sicilia in visita ai parenti, forse aspiravano ad avere un posto in quell'inferno, meglio conosciuto come Forte apache. Ma al di là dei luoghi comuni, spesso veri, altre volte no, il "Residence Roma" è di certo uno dei tanti scandali viventi ereditati dalle giunte Dc-Psi degli anni Ottanta e che neppure le giunte Rutelli sono riuscite a cancellare. Ci abitano, in condizioni di promiscuità paurose, più di mille persone, gran parte delle quali "assistite" dal Comune, che per tenere in vita il bronx, accerchiato da immondizie e desolazione, paga al palazzinaro Mezzaroma, proprietario del "Residence", una retta annuale miliardaria. Una rendita garantita anche ad altri due "residence" della stessa specie, "Le Torri" della Magliana e "Val Cannuta" di Forte Braschi. Complessivamente sono 1200 i nuclei familiari "in assistenza alloggiativa" per conto del Campidoglio: 700 quelli in convenzione privata con i tre alberghi (gli altri sono in strutture comunali) per un totale di spesa di 21 miliardi l'anno, sette in meno rispetto a otto anni fa quando, dopo quindici anni di pagamento forfettario, è stato cambiato registro. Dal cosiddetto sistema del "vuoto per pieno" - in base al quale il Comune pagava tassativamente 30 miliardi l'anno, anche se le stanze dell'albergo rimanevano disabitate - si è passati a un sistema di pagamento ad personam, quindi a famiglie realmente alloggiate nei "residence". Stefano Tozzi, ex assessore alla casa, ammette "qualche ritardo del comune", ma rivendica lo "sforzo fatto in questi anni per svuotare" gli alberghi della vergogna. "Dal '97 abbiamo risolto il problema a circa mille nuclei familiari, che da situazioni di emergenza sono stati trasferiti in alloggi veri. Inoltre, abbiamo presisposto un piano che prevede l'acquisto e l'affitto di altri appartementi popolari per un totale di 2500 famiglie. Nello specifico, per gli abitanti dei tre residence, nel 2000 è stato fatto un bando di assegnazione. La graduatoria è pronta, manca solo il perfezionamento degli affitti delle case". Trecento di queste sono nel palazzo dell'Inpdap di via del Tintoretto (Eur) dove i residenti del vicino edificio, quando hanno saputo che dovevano andarci "quelli dei residence", hanno innalzato le barricate, "perché "deprezzano la zona".