da "Il Manifesto"

25 Febbraio 2001

Da Göbbels a Freda

VERONA. Editoria di destra in rassegna Nazi schierati, proteste degli antifascisti

P. BO. -VERONA

Due sedie vuote avvolte dal nastro bianco e rosso che si usa in edilizia: cosě gli organizzatori del convegno "La censura del chiasso", svoltosi ieri a Verona, hanno voluto stigmatizzare l'assenza di Claudio Sabelli-Fioretti e Fausto Lupetti, rispettivamente giornalista ed editore di area democratica che non si sono presentati, hanno detto gli intervenuti, "a causa di pressioni politiche e culturali". Il convegno era abbinato alla mostra "Alla scoperta della cultura non conforme", una rassegna dell'editoria di estrema destra di cui abbiamo ampiamente riferito sul Manifesto del 21 febbraio: l'iniziativa, patrocinata dalla Regione Veneto e dall'Assessorato alla cultura del Comune di Verona (assessore il vicesindaco Luca Bajona, An), che l'ha anche finanziata, ha mostrato il suo volto vero, a dispetto del tentativo di farla rientrare in termini istituzionali. Grande schieramento di polizia per arginare le proteste degli antifascisti e per contenere i quaranta naziskin in fila sugli scalini del teatro al grido di "contro il comunismo l'Italia si scaglia boia chi molla č il grido di battaglia" con tanto di saluti romani. Dentro, al convegno, gli intellettuali della destra: il "comunicatore" Guido Giraudo, l'editore Enzo Cipriano, Claudio Risé, "polemologo" ex sessantottino, Gianfranco de Turris (Fondazione Julius Evola), Walter Pancini, direttore dell'Auditel, Marcello Staglieno, ex direttore del Secolo d'Italia e, naturalmente, l'assessore Luca Bajona. Numerosi gli attacchi al Manifesto e alla "censura" operata dalla sinistra dal '45 in poi, ma nessuna contestazione sul contenuto; del resto, bastava dare un'occhiata ai libri esposti per tacitare ogni dubbio. 25 case editrici schierate, con titoli che vanno da Göbbels a Evola e Freda e un'incursione ambigua nell'editoria indipendente di sinistra. Durante il convegno č stato esplicitamente detto che per avere i libri di Gamberetti, Datanews, Odradek, Manifestolibri, Kaos e Leoncavallo "si sono contattati i distributori, perché questa č una mostra di libri, non di case editrici". Un modo di revisionare pesantemente la storia all'insegna dell'evento culturale e coi soldi pubblici.