da "Il Manifesto"

24 Febbraio 2001

CENTRI DI DETENZIONE

Quale decisione? "Scoop" smentito dall'Alta corte

CI. GU.

"La sentenza ancora non c'è". E' lapidario il presidente della corte costituzionale Cesare Ruperto in merito alle anticipazioni di Repubblica e Il sole 24 ore sul rigetto delle eccezioni di incostituzionalità degli articoli 13 e 14 della legge Turco-Napolitano avanzata da alcuni giudici milanesi. "Non so come fate a scrivere decisioni che non abbiamo ancora preso - ha aggiunto Ruperto - la decisione si considera presa solo quando la Corte ha letto, modificato, corretto e votato lo schema di sentenza scritto dal relatore. Potremmo addirttura ribaltarla". A redigere le motivazioni sarà il costituzionalista Carlo Mezzanotte, eletto alla Corte su indicazione di Forza Italia, e probabilmente la decisione non arriverà prima di metà marzo. Ovviamente l'indirizzo di massima c'è, e cioè rigettare i pronunciamenti dei giudici milanesi secondo i quali è sempre necessaria una convalida motivata del giudice in caso di fermo, anche nei centri di pemanenza temporanea, e anche se l'intenzione è quello di attuare il prima possibile un accompagnamento coatto alla frontiera. Ma l'intervento di Ruperto sta ad indicare che all'interno della Consulta è ancora in corso un ampio dibattito sulla questione. L'eccezione sollevata dai giudici milanesi, infatti, è tutt'altro che peregrina. Anche perché, oltre all'articolo 13 della Costituzione che impone il pronuciamento dell'autorità giudiziaria per qualsiasi limitazione della libertà personale, esiste anche una sentenza della Corte costituzionale che obbliga il pari trattamento tra italiano e straniero (regolare o irregolare) in merito alla libertà personale. Nonostante la smentita ufficiale, ieri il Viminale ha commentato entusiasticamente le indiscrezioni. "Si tratta di un'ulteriore conferma dellla esatta impostazione che la legge Turco- Napolitano ha dato al problema del contrasto all'immigrazione clandestina".