da "Il Manifesto"

14 Febbraio 2001

La strada dei sin papeles

IMMIGRATI
Grande corteo a Madrid. Si estende la protesta contro la legge

SABINA CHIARA STERI - MADRID

A suon di trombe, sassofoni e tamburi sono scese in piazza domenica scorsa a Madrid circa ventimila persone per chiedere "papeles para todos" e protestare contro la riforma della Ley de Extranjerìa del governo Aznar. La manifestazione - organizzata dagli immigrati che da più di due settimane occupano la chiesa di San Ambrosio, a Madrid - ha ricevuto l'appoggio ufficiale di Izquierda Unida, dei sindacati Uso e di vari intellettuali e artisti. In testa al corteo due trampolieri trascinavano con delle funi alcuni immigrati imbavagliati e tiravano loro del pane, mentre ad attenderli nella Plaza del Sol c'era un muro di carta custodito da due uomini e una donna mascherati che rappresentavano la Chiesa, l'Esercito e il Potere Politico. Il muro è stato rotto al grido di "nessun essere umano è illegale". Gli organizzatori hanno lanciato un appello affinché venga appoggiata la loro sfida contro la legge che condanna all'esclusione e alla discriminazione centinaia di persone e rappresenta un grave colpo alla Carta dei Diritti dell'uomo, vietando, fra l'altro ai "sin papeles" i diritti fondamentali di riunione, associazione, manifestazione, rappresentanza sindacale e sciopero. Oltre a limitare loro la libera circolazione e e stabilendo di fatto un procedimento di espulsione senza garanzie di difesa. Gli immigrati chiedono la regolarizzazione di tutte le persone che si trovano in Spagna e il riconoscimento di tutti i diritti sociali e civili. "La mia casa è il mondo, la mia famiglia è l'umanità" recitava uno dei tanti striscioni del corteo. Ma quella di Madrid non è stata l'unica manifestazione. A Barcellona, dove la protesta era cominciata nelle scorse settimane con l'occupazione della chiesa di Santa Maria del Pi, durante il fine settimana si sono riuniti i rappresentanti dei "sin papeles" che protestano nelle chiese di Murcia, Valencia, Madrid, Malaga, Lepe (Huelva) per concordare una strategia comune. Secondo la portavoce degli immigrati in lotta a Barcellona, Norma Falconi, l'incontro ha evidenziato la difficoltà di strutturare un'organizzazione di coordinamento generale per tutta la Spagna proprio per il contenuto della nuova legge che vieta agli immigrati "illegali" di riunirsi e dar vita a un sindacato. "L'esito del progetto - afferma la Falconi - dipenderà da come andranno le cose, ma non so se questo paese ci permetterà la creazione di una tale organizzazione". Intanto è stata convocata dalla Plataforma de los inmigrantes en lucha una "giornata nazionale di lotta" per il 17 e il 18 marzo. La Plataforma sta analizzando il documento con cui la delegazione del governo in Catalogna si impegna a rivedere, entro 60 giorni, le 34.000 richieste di permessi rifiutate a Barcellona. Il Defensor del Pueblo, Enrique Mugica, da parte sua, sta studiando la costituzionalità o meno della legge e che hachiesto consulenze esterne a personalità di riconosciuto prestigio inmateria. Il prossimo 23 marzo scade il termine e Mugica dovrà dare una risposta. Sempre domenica un'altra grande manifestazione - di circa 10 mila persone - si è tenuta a Valencia. Nella regione di Valencia ci sono infatti attualmente circa 15.000 immigrati senza documenti, secondo quanto afferma Boughalbeb Mimi, il portavoce dell'Associazione degli Immigrati marocchini. L'Aragona sarà invece la prima regione a portare nelle aule dei tribunali la nuova legge. Venerdì scorso, infatti, il parlamento regionale con 36 voti a favore e 21 contrari ha richiesto al governo autonomo - guidato da un giunta composta da uomini del Psoe e del Partito aragonese - di presentare un ricorso contro la Ley de Extranjerìa. La decisione di José Luìs Rodriguez Zapatero, il segretario generale del Psoe, di bloccare il ricorso contro la legge, come richiesto dalla regione con l'appoggio degli stessi socialisti, è stata qualificata da LLamazares, il coordinatore generale di Izquierda Unida, "un grave errore". Llamazares ha affermato che "evidentemente Zapatero ignora la pluralità della sinistra che promuove globalmente il ricorso per incostituzionalità".