da "Il Manifesto"

07 Febbraio 2001

Fretta di espellere

Una ragazza nigeriana l'ultimo "caso" di via Corelli

GIORGIO SALVETTI - MILANO

Procedono senza sosta le espulsioni degli stranieri detenuti nel "nuovo" centro di detenzione di via Corelli. L'ultima controversa espulsione è storia di ieri, denunciano gli esponenti del Partito Umanista. Una donna nigeriana è stata condotta all'aeroporto Malpensa per essere rimpatriata prima che giungesse la risposta al ricorso presentato al tribunale di Milano. Alla donna, raccontano gli umanisti, è stato confiscato il cellulare e non le è stato permesso di parlare telefonicamente con l'avvocato, che è venuto a conoscenza del fatto solo grazie ad un amico. E tutto ciò si è verificato nonostante l'avvocato avesse esplicitamente chiesto alla questura di essere informato sugli spostamenti dei suoi assistiti. Alla fine il rifiuto del ricorso è arrivato, ma solo dopo pressanti richieste del legale nel tentativo di ottenere qualche informazione appena prima del reimpatrio forzato. Il "no" del Tribunale è giunto solo all'una del pomeriggio, mentre la ragazza nigeriana era già in aeroporto da diverse ore. Pochi minuti dopo la donna è stata costretta a partire col primo aereo diretto in Nigeria. Il ricorso presentato dall'avvocato si basava sull'incostituzionalità della detenzione e dell'espulsione degli stranieri. Questione su cui il magistrato di turno ha glissato. Il Partito umanista intanto, per tenere viva l'attenzione sul centro di via Corelli, ha lanciato un appello per "la costituzione di un nutrito pool di avvocati che assicuri una difesa rapida e gratuita agli stranieri". Secondo gli umanisti, "vicende come questa dimostrano quanto la costituzione del pool sia più che mai urgente e necessaria" (info 02-4814092/02-60781644).